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Storia (torna su)

MEDJUGORJE

Luogo di preghiera e di riconciliazione


Cenni sulle apparizioni


Medjugorje è situata in Bosnia-Erzegovia, a Sud Ovest della città di Mostar nella Penisola Balcanica e il suo nome significa tra i monti e i monti che l’abbracciano sono il Crnica ossia Podbrdo, e l’altro è il Sipovac. Il Podbrdo è il luogo in cui apparve per la prima volta la Madonna, per questo viene anche chiamata "collina delle apparizioni” il monte Sipovac è alto circa 537 m ed in cima a questo monte nel 1933 fu posta per volere di fra Bernardin Smoljan e in collaborazione con gli abitanti del luogo, una croce alta circa 10 metri in memoria dei 1900 anni dalla morte del Redentore, affidando così a Cristo la loro parrocchia per proteggerla da ogni male e dalle calamità naturali come la grandine che spesso distruggeva le coltivazioni di vigneti e di tabacco. Da allora il monte Sipovac prese il nome di Krizevac (monte della Croce). In seguito la Madonna disse ai veggenti che quella Croce da loro costruita era già nel progetto di Dio. Il monte Krizevac ha una straordinaria importanza in quanto la Regina della pace invitava ad andare a pregare sotto quella croce. Infatti nei primi tempi delle apparizioni avvenivano segni prodigiosi e i cittadini di Medjugorje potevano assistere a questi fenomeni soprannaturali. Medjugorje era uno sconosciuto villaggio cattolico di persone contadine oppresso da un regime ateo, ed è stato scelto dal cielo per ricevere l’invito a riconciliarsi con i vicini di fede diversa, ma di radici comuni.

Le apparizioni a Medjugorje hanno inizio il 24 giugno 1981 nella frazione di Bijakovici, piccolo villaggio nel comune di Citluk, dove due ragazze, Ivanka Ivankovic’ e Mirjana Dragicevic’ di quindici e sedici anni, nel periodo estivo era loro abitudine trascorrervi le loro vacanze…..erano uscite per fare una delle loro passeggiate, quando nel ritorno sulla collina del Podbrdo, Ivanka vide per prima una figura, di una splendente luce, con un bambino in braccio adagiata su una piccola nube bianca, (In quel periodo Ivanka fu avvolta da un dolore grande per la salita al cielo della madre) ed esclamò a Mirjana: "La Gospa" (la Madonna) e la invitò a guardare.

Mirjana, non volse nemmeno lo sguardo e dissee: - Non può essere la Gospa! Poi prese dalla paura scapparono. Ma qualcosa, qualcuno, le attirò. E così quello stesso pomeriggio, verso le diciotto e trenta, ritornano da quelle parti, con Milka, la pastorella di 14 anni, la figlia minore dei Pavlovic e vicino a un alberello, a 100 metri dall’incrocio, Ivanka vide, di nuovo, questa figura e poi di seguito anche le sue amiche.

A questo punto arrivò Vicka (16 anni), inseparabile compagna di Ivanka e di Mirjana Le ragazze si erano date appuntamento per la passeggiata di poco prima ma, quella mattina, Vicka fu convocata a Mostar per un esame di ricupero. Sfinita dallo stress per l’esame di matematica e per il viaggio in autobus, si addormentò e non andò all'appuntamento. Le altre appena la videro le fecero un cenno e dissero:

- Vicka, guarda lassù... La Gospa!

Vicka si sentì attratta, ma il suo cuore fu turbato, si tolse i sandali e scappò via, strada facendo sedette su una roccia e scoppiò a piangere. Quel pianto che le attanagliava il cuore perché, dispiaciuta che le amiche a cui lei teneva tanto si prendessero gioco della Madonna.

Lungo la strada incontrò due compagni: - Ivan Dragicevic (16 anni) e - Ivan Ivankovic (20 anni), ai quali Vicka raccontò quello che stava succedendo e chiese di accompagnarla

Insieme raggiungono le tre ragazze che stavano ancora vedendo la figura luminosa, lassù. Appena arrivato, Ivan Dragicevic fu colto dalla paura e scappò scavalcando una siepe e perdendo il suo sacco di mele, anche Ivan Ivancovic turbato non rimase. Vicka e Milka ritornarono subito in paese e si diressero a casa di Milka, li trovarono Marija, sorella maggiore di Milka alla quale gli fu raccontato l'evento del momento. Turbata guardò per terra ma il suo viso fu illuminato da un tenero sorriso e rivelava che già credeva in cuor suo e disse a Vicka, sua amica: - "Ora non posso venire con voi; se la vedete, venite a chiamarmi".


Giovedì 25 giugno, II° giorno

Il giorno seguente Ivanka, Mirjana e Vicka ripartono. Ed ecco di nuovo la Gospa: luminosa su una nuvola e con se aveva una corona di dodici stelle stelle. Sono attirate come se non avessero provato mai tanto amore. Allora Vicka, fedele alla promessa, corre a chiamare Marija. Anche Milka, la sorellina, veggente del primo giorno andrebbe volentieri, ma la madre la ferma: - Oggi tu hai da fare, Marija invece può andare. Il piccolo Jakov Colo (10 anni) che si trova lì presente, si aggrega e va con loro. Appena riuniti, salgono la collina a velocità impressionante; scavalcando pietre aguzze e rovi come se qualcuno li spingesse con una mano, li trovarono Ivan che saliva con le altre compagne, per un altro sentiero; E per la prima volta, lui e i cinque che sono saliti dal Podbrdo, videro la Madonna da vicino: amorosa e semplice, con il suo vestito luminoso, di un grigio argentato, i capelli neri il velo bianco, e una corona di 12 stelle. Ivanka ha il coraggio di chiederle:

- Dove si trova la mamma?. - "E' felice, è con me." - Ha una voce dolce ‘come musica’, come ‘campane che suonano’ . - Dacci un segno, altrimenti ci prendono per matti - chiede Mirjana.

Nel scendere dalla collina la Madonna riappare a Marja, ella lasciò il gruppo e corse dalla parte sinistra verso il posto chiamato Lokvetina cadde in ginocchio e notò che la Madonna era molto triste e potava una grande croce scura e disse: "mir, mir, mir... (Pace pace pace)! Riconciliatevi! Tra Dio e gli uomini regni la pace!"

La Madonna ha così formato il gruppo dei sei veggenti, che sono quantomai diversi tra loro: ragazzi e ragazze di età diversa, estroversi come Vicka o introversi come Ivan. Quello sguardo e quella preghiera li fondono per una missione comune: Ivanka e Mirjana, Vicka (la maggiore: diciassette anni il prossimo mese), Marija e poi i due ragazzi, Ivan (16 anni) e il piccolo Jakov (10 anni), unico bambino tra quegli adolescenti. Tutto sembra congiurare per separarli. Le contrarietà esteriori che non hanno cessato di moltiplicarsi (da parte della famiglia, della Chiesa, della polizia) e le profonde differenze dei loro temperamenti. Ma la Madonna con il Suo Amore sa tenerli unitili affidadogli una missione comune L’incontro quotidiano approfondisce la loro unione a dispetto di tutto ciò che potrebbe dividerli nella vita quotidiana, dall’interno e dall’esterno.


Venerdì 26 giugno: III° giorno

Il terzo giorno (venerdì 26 giugno), sempre alle sei e un quarto del pomeriggio, una luce insolita attira sulla collina una folla vera e propria: sono circa due o tremila persone. I veggenti, invece, aspettano in basso, dove hanno visto la prima volta. Sono accompagnati da Marinko, un meccanico, loro vicino, che si è offerto di accompagnarli sulla collina. La Madonna fa loro cenno. Essi salgono la collina a velocità sorprendente.

Non hanno bisogno di altra guida che l’apparizione che li attira. Vicka, come un tempo Bernadette, ha portato un po’ d’acqua benedetta, per provare l’autenticità dell’apparizione. - Se sei la Madonna, resta con noi, altrimenti vattene!. Essa continua a sorridere, sotto quella pioggia di acqua benedetta con cui Vicka la irrora con forza e generosità, fino a svuotare la bottiglia. - Perché sei venuta e cosa vuoi da noi? - chiede Ivanka.

- Perché qui ci sono buoni credenti. E anche perché vi convertiate e mettiate pace in questo popolo.

Medjugorje è un villaggio diviso; ci sono stati dei feriti e anche tre morti, subito prima della guerra, proprio dove in seguito è stata costruita la chiesa, in aperta campagna, al confine tra Biakovici (la frazione dei veggenti) e Medjugorje (il villaggio principale).

La Gospa aggiunge:

- Vengo a convertire e riconciliare tutto il mondo.

- Chiedetele di dare un segno della sua presenza - suggerisce un vicino.

- Beati coloro che non hanno visto e credono! - risponde la Gospa.

- Come ti chiami? - chiede Mirjana.

- Io sono la Beata Vergine Maria.

E ripete con insistenza la parola chiave del messaggio:

- Pace, pace, pace! Riconciliatevi.

Pace, riconciliazione: sono le parole fondamentali del messaggio.


Sabato 27 giugno, IV° giorno -

Il 27 giugno, la polizia porta i giovani a Citluk: interrogatori ed esame psichiatrico. Ma la dottoressa Ante Vujevic li dichiara sani di mente. Essi ripartono in fretta per arrivare sulla collina alle diciotto e trenta (eccetto Ivan). Su richiesta di due francescani, presenti a questa apparizione, Vicka interroga la Gospa:

- Cosa ti aspetti dai sacerdoti?. - Che siano fermi nella fede, che vi aiutino.

- Perché non appari a tutti, in chiesa?. - Beati quelli che credono senza aver visto!

Poi scompare. E i veggenti pregano. Essa riappare, accolta dal loro canto: Tutta bella sei. Vicka chiede con insistenza: - O Vergine, cosa vuoi da questo popolo? Per la terza volta, la Gospa risponde: - Che coloro che non vedono credano come quelli che vedono. Marinko che aiuta e protegge i veggenti, schiacciati dalla folla, si fa indicare il luogo esatto dell’apparizione e vi mette una pietra segnata con una croce bianca.


Domenica 28 giugno, V° giorno -

Il parroco, fra’ Jozo Zovko nel ritorno da Zagabria venne a conoscenza che nel suo villaggio la Madonna stava apparendo a sei ragazzi della sua parrocchia e così cominciò ad interrogare i giovani, egli fu molto indeciso se credere o no. La sua predicazione era un invito alla prudenza: - La Chiesa è severa in questa materia. Bisogna evitare qualsiasi precipitazione. Non appoggiare ciecamente questi giovani.

La sera, verso le sei, dieci o quindicimila persone hanno invaso la collina; c’è un registratore acceso. I veggenti, durante l’apparizione stessa, trasmettono le risposte della Madonna alle domande poste:

- Che il popolo creda e perseveri nella fede. - I preti siano fermi nella fede e vi aiutino. - Beati coloro che credono senza aver visto. E dopo un’interruzione dell’apparizione: - Coloro che non vedono credano come quelli che vedono. Poi alzano la testa e lo sguardo. Essa è scomparsa verso l’alto. - Ode! Se n’è andata - mormora uno dei veggenti. La sua luce è svanita. Essa ha detto: - Andate nella pace di Dio.

Due francescani sono presenti, in borghese, per assistere al fatto, contro il parere del parroco, fra’ Jozo Zovko, che ha suonato per il rosario in chiesa, per distogliere la gente dalla collina. Anche lui ha avuto folla.


Lunedì 29 giugno, VI° giorno -

Lunedì 29, la polizia preleva nuovamente i veggenti per un esame psichiatrico presso l’ospedale di Mostar (la sede vescovile). Vengono fatti aspettare in un corridoio: da una parte i matti che passeggiano nel cortile, dall’altra, l’obitorio aperto, con i suoi cadaveri. Mirjana è molto impressionata, ma Vicka motteggia: - Sappiamo bene che si deve morire! Il dottor Dzuda conferma il loro sano equilibrio psichico. Ritornati per l’apparizione, ricevono questo messaggio: - C’è un solo Dio e una sola fede. Credete fermamente, e con fiducia.

C’è lì un bambino di tre anni. La sua debole testa è poggiata sulla spalla del padre. Soffre di setticemia fin dai primi giorni di vita. I suoi genitori supplicano. I veggenti intercedono. La Madonna incoraggia a pregare per la sua guarigione. Il suo stato migliorerà. Durante l’estate ritornerà, camminando e parlando. E la prima di una serie di guarigioni e di miglioramenti che si moltiplicheranno. I registri parrocchiali nel 1988, ne riportano già più di trecento.


Martedì 30 giugno, VII° giorno

Il martedì 30, la folla attende invano i veggenti. Nel primo pomeriggio, due giovani donne, Ljubica e Mirjana, contattate dalla polizia, li hanno portati a fare una passeggiata, per tenerli lontani dalla collina dove l’afflusso della gente preoccupa la polizia: a Sarajevo sospettano che si tratti di un complotto clerico-nazionalista. Essi si sentono stanchi e sfiniti per questa esperienza nuova che ridimensiona le loro persone e per i continui interrogatori. Accettano quindi con gioia quell’evasione. Si stipano in sette dentro un’auto, le due donne e i cinque veggenti, perché Ivan non è voluto andare. Vanno a vedere le cascate di Kravica, la piccola Niagara jugoslava e Capljina, dove le due donne offrono dolci e succhi di frutta...

All’ora dell’apparizione, sono ancora in viaggio da Ljubuski a Citluk. A destra il piccolo Jakov guarda all’orizzonte la linea blu delle colline. Fa fermare improvvisamente la macchina all’imbocco di un sentiero e si slancia verso il pendio. Al di sopra della collina, sull’orizzonte blu, ora emerge una luce: la Gospa avanza sulla sua nuvola verso di loro, fino a giungere molto vicina. - Ti dispiacerebbe se ti aspettiamo in chiesa? - chiede Mirjana, perché la polizia ora proibisce l’accesso alla collina e minaccia le loro famiglie. La Gospa sembra esitare: - Sì, alla stessa ora. Di ritorno, il parroco li interroga a lungo, in canonica, di fronte a un registratore. Anche Ljubica e Mirjana sono presenti e si sentono turbate, perché hanno visto quei fenomeni luminosi. Non collaboreranno più con la polizia.


Mercoledì 1 luglio: VIII° giorno

L’indomani, 1 luglio, nel pomeriggio, poco prima dell’apparizione la polizia torna nuovamente a Biakovici. Tre ragazze, Ivanka, Mirjana e Vicka vengono fatte salire sul furgone della polizia. Ma d’improvviso il furgone scompare ai loro occhi e vedono solo l’apparizione, inattesa e breve.


Giovedì 2 luglio: IX° giorno

A Biakovici, il villaggio dei veggenti, la tensione cresce. La polizia controlla i loro movimenti ed essi si sentono spiati. Ruzika, sorella di Marija, va a chiedere consiglio a fra’ Jozo: - Cosa dobbiamo fare? Quando torna a casa attua una manovra diversiva e verso le 17.30 fa portare i veggenti, in auto, verso la canonica, dove hanno l’apparizione nella terza stanza a sinistra entrando. Sono soli, perché il parroco è andato in chiesa, invasa dalla folla, molto prima della messa delle diciotto. Anche i veggenti vanno in chiesa. C’è grande fervore. Jozo Zovko, che fino a quel momento ha predicato nel deserto (ai soli terziari) il ripristino di alcuni digiuni a pane e acqua, propone di farne uno... - ... per tre giorni, per essere illuminati. - Lo vogliamo fare - risponde la folla dei parrocchiani entusiasti. Prima dell’Ite missa est, dà la parola a Vicka e a Jakov. E stata conservata la registrazione. - Ora vi parlerà un bambino. Non lo vedete perché è troppo piccolo. La sua testa non sporge al di sopra dell’altare, ma la sua voce e ferma: - Oggi ho chiesto alla Madonna di lasciarci un segno. Essa ha solo mosso la testa, così (gesto di affermazione) e poi è scomparsa. Prima di andarsene ci ha detto: "Arrivederci, angeli miei”. E un vezzeggiativo che in Croazia le nonne usano per i loro nipotini.


Venerdì 3 luglio: X° giorno

Il venerdì, il parroco, Jozo Zovko, stava pregando in chiesa per implorare luce: - Signore, che hai parlato ad Abramo e a Mosè; sento il peso di tutta questa folla. Illuminami! D’un tratto (racconta egli stesso), sentii una voce che mi diceva: - Esci e proteggi i bambini. Lasciai la Bibbia e il breviario, feci la genuflessione e aprii la porta. Avevo ancora la mano sulla maniglia, quando vidi i ragazzi correre verso di me: - La polizia ci cerca, nascondeteci! Piangevano. Con loro c’era Anna, una sorella maggiore di Vicka. Li condussi in canonica in una stanza inutilizzata (la terza a sinistra) poi uscii dalla canonica e chiusi la porta a chiave. Poi si recò in chiesa ed ecco irrompere la polizia: - Hai visto i veggenti? Come s. Martino che incontra i suoi persecutori, indica la direzione da dove vengono loro: - Sì, da quella parte! E la polizia riparte precipitosamente. Nel frattempo la stanza della canonica scompare davanti agli occhi dei veggenti. La Madonna è lì, tutta gioiosa, mentre loro sono pieni di paure. Li rincuora. Essi pregano e cantano con lei: - Non abbiate paura, avrete la forza di sopportare tutto questo!


Sabato 4 luglio: XI° giorno

Il sabato 4 luglio è un giorno di incertezza e di smarrimento. In seguito alle minacce, agli interrogatori, agli esami medici, ecc. i veggenti, sopraffatti dagli avvenimenti, hanno pensato che l’apparizione di venerdì 3 fosse l’ultima. Ed ecco che oggi la Madonna fa una sorpresa a tutti loro, a ciascuno dove si trova. Le apparizioni quindi non sono finite.

Ogni giorno, secondo le circostanze, verso le diciotto, in casa di uno o dell’altro, in campagna, in canonica. L’apparizione a volte si verifica in chiesa, durante la liturgia. Fra’ Jozo Zovko, responsabile di fronte al popolo, al vescovo, alla polizia e a Dio, è perplesso. Ma un giorno, in chiesa, verso la fine del rosario, vede l’apparizione insieme ai veggenti, nello stesso posto, accanto alla tribuna. La sua predicazione diventa improvvisamente più forte e e incisiva.

Questo evento ancora oggi presente, sta cambiando la storia del mondo e della Chiesa.

I messaggi che la Vergine ci chiede di mettere in pratica non sono altro che evangelici con un forte richiamo alla fede, alla conversione, alla preghiera al digiuno alla riconciliazione con Dio e tra di noi e alla pace, assumendo Lei stessa il nome di "Regina della Pace.” La Madonna da molti anni ci chiama ogni giorno affinché ognuno faccia la sua parte nel piano di salvezza dell’umanità che Ella aveva già annunciato e iniziato a Fatima.


SAN GIACOMO APOSTOLO... patrono della parrocchia di Medjugorje.


(FESTA IL 25 luglio)

La Parrocchia di Međugorje è stata fondata nel 1892 ed è stata posta sotto la protezione di San Giacomo Apostolo. Solo cinque anni più tardi, nel 1897, grazie agli sforzi del Parroco e dei parrocchiani, fu costruita la Chiesa Parrocchiale. La costruzione non era abbastanza stabile e fu necessario costruire una nuova Chiesa, che è stata benedetta il 19 Gennaio 1969.
San Giacomo Apostolo, come suo fratello Giovanni, era figlio di Zebedeo, pescatore nel lago di Galilea e amico di Pietro ed Andrea. Insieme con loro Giacomo era stato in precedenza discepolo di Giovanni il Battista e poi divenuto discepolo di Gesù e "pescatore di uomini”. Giacomo, uno dei più intimi discepoli di Gesù, con Pietro e Giovanni è stato presente alla risurrezione della figlia di Giairo ed alla Trasfigurazione di Gesù. Egli era tra coloro che erano con Gesù durante la sua agonia nel Giardino del Getsemani. Giacomo fu il primo tra gli apostoli a dare la vita per il Vangelo nel 43/44 sotto il regno del Re Erode Agrippa I.
Dal IX secolo San Giacomo è venerato in Europa. Quando i Musulmani occuparono la Terra Santa, i pellegrini ritornando da Gerusalemme portarono le sue reliquie nella città di Compostella in Spagna, che per questo è diventata il principale punto di ritrovo di tutti i pellegrini che volevano ma non potevano visitare il Sepolcro di Gesù. San Giacomo è stato dichiarato Patrono dei pellegrini. Egli viene rappresentato come un pellegrino con un bastone in mano, un recipiente per l’acqua ed una conchiglia per bere.



 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
I veggenti (torna su)

MIRJANA DRAGICEVIC- SOLDO


Mirjana è nata il 18.3.1965 a Sarajevo. Ha avuto apparizioni quotidiane dal 24.6.1981. al 25.12.1982. Quel giorno, affidandole il decimo segreto, la Vergine le disse che per tutta la sua vita avrebbe avuto un'apparizione all'anno il 18 marzo. Dal 2 agosto 1987, secondo la sua testimonianza, ogni secondo giorno del mese Mirjana sente la voce della Vergine e qualche volta La vede ed insieme a Lei prega per i non credenti. Mirjana è sposata, ha due bambini, vive con la sua famiglia a Medjugorje. L’intenzione di preghiera affidata a lei dalla Vergine: per i non credenti, quelli che non conoscono l’amore di Dio.






IVANKA IVANCOVIC - ELEZ


Ivanka è nata il 21.6.1966 a Bijakovici, parrocchia Medjugorje. E stata la prima a vedere la Gospa. Fino al 7 maggio 1985 ha avuto apparizioni quotidiane. Quel giorno, affidandole il decimo segreto, la Vergine le disse che per tutta la sua vita avrebbe avuto un'apparizione all'anno in occasione dell'anniversario delle apparizioni, il 25 giugno. Ivanka è sposata, ha tre bambini, vive con la sua famiglia a Medjugorje. L’intenzione di preghiera affidata a lei dalla Vergine: per le famiglie.








JAKOV COLO'


Jakov è nato il 6.3.1971 a Sarajevo. Ha avuto apparizioni quotidiane dal 25.6.1981. al 12.9.1998. Quel giorno, affidandole il decimo segreto, la Vergine gli disse che per tutta la sua vita avrebbe avuto un'apparizione all'anno, il giorno di Natale, 25 dicembre. Jakov è sposato, ha tre bambini, vive con la sua famiglia a Medjugorje. L’intenzione di preghiera affidata a lui dalla Vergine: per i malati.








IVAN DRACICEVIC


Ivan è nato il 25.5.1965 a Bijakovici, parrocchia Medjugorje.
Continua tuttora ad avere apparizioni quotidiane. La Vergine gli ha rivelato nove segreti. Ivan è sposato, ha tre bambini, vive con la sua famiglia negli Stati Uniti e a Medjugorje. L’intenzione di preghiera affidata a lui dalla Vergine:per i giovani e per i sacerdoti.









VICKA IVANKOVI - MIJATOVIC


Vicka è nata il 3.9.1964 a Bijakovici, parrocchia Medjugorje.
Continua tuttora ad avere apparizioni quotidiane. La Vergine gli ha rivelato nove segreti. Vicka è sposata, ha una bambina e vive a Krehin Grac presso Medjugorje. L’intenzione di preghiera affidata a lei dalla Vergine: per i malati.










MARIJA PAVLOVIC - LUNETTI


Marija è nata il 1.4.1965 a Bijakovici, parrocchia Medjugorje. Continua tuttora ad avere apparizioni quotidiane. La Vergine gli ha rivelato nove segreti. Grazie a lei, la Vergine invia il suo messaggio alla parrocchia ed al mondo. Dal 1.03.1984 al 8.1.1987 il messagio era dato ogni giovedi, e dal 25 gennaio 1987, il 25 di ogni mese. La Vergine gli ha rivelato nove segreti. Marija è sposata, ha quattro bambini, vive con la sua famiglia in Italia e a Medjugorje. L’intenzione di preghiera affidata a lei dalla Vergine: per le anime del purgatorio.







LA MADONNA UN ANNO DOPO SI RIVELA ATTRAVERSO LOCUZIONI INTERIORI


JELENA VASILJ



Testimonianza di Jelena Vasilj

Jelena Vasilj, nata il 14 maggio del 1972, viveva con la sua famiglia in una casa a piedi del monte Krizevac. Aveva solo 10 anni e mezzo quando sentì per la prima volta la voce della Madonna nel suo cuore. Poco prima aveva rivolto a Dio una preghiera "O Signore, come sarei felice e grata se potessi credere solo in te, se potessi incontrarti e riconoscerti!". Il 15 dicembre del 1982 Jelena si trovava a scuola, e alla domanda rivolta a una compagna, "che ora è?", sentì rispondere una voce che proveniva dal suo cuore: "sono le dieci e venti". Poi, intenzionata a farsi interrogare, sentì la stessa voce che le consigliava di desistere… Il misterioso interlocutore le rivelò quindi di essere un angelo e la esortò a continuare ogni giorno a pregare. Dopo dieci giorni in cui la voce dell'angelo continuava ad invitarla alla preghiera, sentì chiaramente la voce della Madonna che le diceva: "Non intendo svelare i segreti tramite te (n.d.r. come agli altri veggenti), ma guidarti sulla strada della consacrazione". Jelena cominciò a pregare con più fervore e attorno a lei si radunarono alcune amiche che seguirono il suo esempio.
Nel giugno dell'anno seguente si formò il "gruppo di preghiera", assistito spiritualmente da p. Tomislav Vlasic e guidato dalla "Gospa" attraverso delle indicazioni date a Jelena e alla sua amica Marjana (anche lei aveva ricevuto il dono delle locuzioni nella pasqua di quello stesso anno). Pian piano la S. Vergine insegnò loro a meditare la Bibbia, a pregare il Santo Rosario meditandone i misteri e dettò a Jelena nuove preghiere di consacrazione al suo Cuore Immacolato e al Sacro Cuore di Gesù. Più avanti la ragazza cominciò non solo a udire la Madonna "con voce dolce e chiarissima", ma anche a vederla ad occhi chiusi. "Perché sei così bella?" un giorno le chiese. "Perché amo. Se volete diventare belli, amate!", fu la risposta. Dal novembre del 1985 il dono di Jelena si ampliò. Da allora cominciò a sentire anche la voce di Gesù, che si manifestava però solo per guidare la preghiera quando il gruppo era riunito. Il dono delle locuzioni si interruppe quando Jelena si trasferì negli Stati Uniti per seguire alcuni corsi di teologia, che proseguì in Austria e concluse a Roma dove si è poi laureata. Il 24 agosto del 2002 si è sposata a Medjugorje con Massimiliano Valente oggi ha tre bambini.



Jelena racconta


La mia non è un'esperienza di "visione" ma una esperienza tutta interiore frutto della preghiera.
Di cosa esattamente si tratta? Sono ispirazioni che ricevo nella preghiera. Il Signore non mi dà la capacità di capire il futuro del mondo, non sono intuizioni che riguardano i segreti… Questo "dono" è anche molto condizionato dall'apertura e dalla crescita che la persona vuole fare: quindi diventa sempre più profondo e più profonda la vita spirituale della persona.
Da sempre intendiamo la fede come un "lume" una luce che illumina la nostra esistenza e i nostri passi, perché noi davvero siamo nella "famiglia di Dio". Questa fede va nutrita se noi vogliamo crescere nella vicinanza di Dio, soprattutto con tanta preghiera! Perché nella preghiera noi ci apriamo completamente a Lui e diventa un momento esclusivo per Dio.
Oggi sento molto dire: "Ma non è meglio fare qualche atto di carità?", "Forse è meglio che facciamo la carità e preghiamo di meno" oppure "Preghiamo tanto e facciamo meno carità". E' come se esistesse un contrasto tra le due cose. Quindi c'è chi fa tanta attività nella Chiesa: questo è molto bello; altri preferiscono una vita più contemplativa. Ma se noi leggiamo i Vangeli, se leggiamo le Lettere di S. Paolo e ascoltiamo i messaggi dati qui, vediamo che è possibile arrivare a questo equilibrio. Senz'altro un amore nutre l'altro: più noi amiamo Dio, più noi siamo capaci di amare il fratello; e se noi siamo chiusi verso il fratello, certo siamo chiusi anche verso Dio.
Non possiamo pensare di essere trasformati dalla preghiera, mentre dentro di noi abita l'odio. Dio lo dobbiamo cercare nella verità. Quindi penso che il rapporto con Lui nella preghiera ci aiuta a liberarci da tutte le falsità che noi spesso ci portiamo dietro nei nostri rapporti umani. Noi davanti agli altri possiamo anche nascondere le cose, però davanti a Dio dobbiamo aprire il cuore completamente se vogliamo che Dio lo trasformi.
Ecco perché la Madonna sempre ci ha insegnato che la prima tappa, è la contrizione. Noi veramente dobbiamo chiedere al Signore di liberarci da tutti gli ostacoli, perché è stato detto: Cristo è l'unico ospite che quando entra nella tua casa non lascia niente come era.
Quindi, quando iniziamo a pregare, dobbiamo cercare di "morire" un po' a noi stessi, chiedere al Signore di liberarci dal nostro egoismo, dal nostro orgoglio, di liberarci da tutto ciò che è negativo, di darci la forza…
Questa è la preghiera dell'abbandono. E' veramente necessario riuscire a trovare la pace nella preghiera! A Dio non interessa tanto quello che noi possiamo recitare, ma a Dio interessa la persona. Dio vuole il nostro cuore, non ci domanda di essere soggettivi e fare le cose come vogliamo noi: vuole la nostra totale adesione, la nostra partecipazione.
Quindi, per questo, se noi cerchiamo Dio, dobbiamo legarci soprattutto alla vita sacramentale, alla Grazia; particolarmente alla S. Messa. Noi cattolici spesso viviamo affamati, quando abbiamo questo Cibo che si dona tutti i giorni… E se noi abbiamo dimenticato di andare a Messa, o se non pensiamo che sia necessario parteciparvi spesso, allora penso che ci dobbiamo preoccupare, perché la nostro fede è in crisi…
Chi vuole crescere nella vita spirituale deve allenarsi tanto con la sua volontà, con la sua capacità di dire di sì e di morire a se stesso.
Dobbiamo veramente fare questo atto di fiducia; e i frutti poi verranno. Abbiamo Dio come nostro garante e non dobbiamo preoccuparci se vedremo o no i frutti della nostra vita spirituale.
La Madonna sempre ci consiglia di prepararci alla S. Messa arrivando almeno cinque minuti prima, per preparare il nostro cuore. E ci consiglia anche di ringraziare dopo la Messa, perché ognuno di noi diventa un "tabernacolo vivente" per Dio nel mondo.
La Madonna ci ha dato un consiglio: imparare ad offrire anche noi stessi durante la Messa. Offrire ciò che noi siamo dentro e presentarlo con il Sacrificio di Cristo.
Poi la Madonna ha chiesto il rosario, tre rosari con tutti i misteri; per una ragione molto semplice: perché più noi meditiamo Cristo, più lo interiorizziamo, più diventiamo come Lui. Quindi, non abbiate paura di ripetere, noi abbiamo bisogno di ripetere tanto, prima di riuscire a capire qualche cosa…
La Madonna ci chiede soprattutto di ringraziare. Anche Lei ci ringrazia ogni volta quando ci parla… Penso che il nostro rapporto con Dio deve essere soprattutto fondato sul ringraziamento: un ringraziamento che è il vero frutto dell'incontro con Dio, nella fede. Il che vuol dire rendersi conto del grande dono che il Signore ci fa; innanzitutto del grande dono della vita che ci dà ogni giorno…
Pensate: se Dio smettesse di animare questa creazione, essa cesserebbe di esistere in un attimo! Quindi Lui è talmente presente nella nostra realtà! Quando ci ha creati, lo ha fatto perché potessimo ringraziarlo e lodarlo. Questa è la nostra vera vocazione: vivere per la Gloria di Dio!Penso che questa fede veramente ci libera e ci dà la gioia di cui parla la Madonna nell'ultimo messaggio (25.6.99), senza la quale è davvero impossibile vivere in questo mondo!
Con la preghiera, senz'altro ci aiuta tanto anche il digiuno: digiuno che oggi è molto meno di moda. E' bello pensare tra le opere positive anche il digiuno. Senz'altro è una privazione, ma mai solo per se stessa; cioè: io mi privo di una cosa piccola, ma per aprirmi ad una cosa grande, immensa, che è Dio!
Non dico che dobbiamo fare una gara eroica tra chi può fare più rinunce e sacrifici, ma se non siamo capaci a morire a noi stessi vuol dire che abbiamo messo forse un po’ troppo il nostro io al centro della nostra realtà.
Penso che il digiuno fa proprio questo: fortifica il nostro spirito, ci aiuta nel profondo a dire di sì alla volontà del Signore. Il digiuno ci insegna l'umiltà, ci fa capire di quanto poco abbiamo bisogno per vivere veramente nella gioia… Infatti sentiamo come un buco dentro di noi che niente lo può riempire, non siamo mai soddisfatti…
Il digiuno ci fa capire che dobbiamo vivere la povertà spirituale per incontrare Dio. Fare digiuno e penitenza non vuol dire non amare le cose che Dio ci ha donato, ma vuol dire saperle usare nella maniera giusta e con rispetto. Ma soprattutto ci fa capire che noi non siamo stati creati per le cose: noi siamo stati creati per una Persona in particolare, che è Dio e per altre persone, perché la gioia arriva solo attraverso le persone.
Nella tradizione noi sappiamo che il digiuno ci aiuta nella nostra lotta contro il male e Gesù lo dice chiaramente nel Vangelo. Quando i discepoli domandano a Gesù: "Come mai non riusciamo a cacciare via questi demoni?". Gesù risponde: "Questo spirito maligno si può cacciare solo con il digiuno e la preghiera".
Certo, il digiuno a volte può essere una cosa molto delicata, quindi trovate un direttore spirituale che vi segua nel vostro cammino spirituale e consigliatevi con lui.
Un'ultima cosa vi vorrei dire: la Madonna ci ha fatto capire che questo cammino non lo facciamo solo come singoli, non è solo un rapporto mio personale con Dio, ma è un cammino che coinvolge sempre il prossimo. Certo, possiamo anche essere chiamati alla vita dell'eremita, però noi che siamo rimasti nelle famiglie, nella comunità, siamo invitati dalla Madonna a fare dei piccoli Cenacoli di Preghiera e dobbiamo fare insieme vita contemplativa e vita attiva.
Quando noi pensiamo alla vita contemplativa, nei monasteri, pensiamo ad una passività ma non è vero: è una vita molto molto attiva. Una non esclude l'altra e una ha bisogno dell'altra.

Domande rivolte a Jelena Vasilj

Domanda: Come vincere se stessi, passioni e difetti? Basta chiederlo a Dio?

Jelena: Quando si tratta del cambiamento della nostra vita interiore, della crescita nelle virtù, lì soprattutto bisogna cercare una direzione spirituale. Confessarci spesso e cercare l'aiuto e la guarigione da Cristo, perché dobbiamo guarire dentro di noi. Poi, senz'altro è Dio che opera in noi. Ci deve essere cento da parte nostra e cento per cento da parte sua.

D. Per i Gruppi di Preghiera: come fare bene la preparazione alla Messa?

J. Penso che è bello prepararsi con le Letture: leggerle prima. E poi, arrivati in chiesa stare nel silenzio, cercare di raccogliersi e prepararsi per la Messa.

D. Per i Gruppi di Preghiera: la Messa viene vissuta a volte in modo un po' "impersonale". E' bene fare una preghiera sul Vangelo che unisce di più i cuori?

J. E' un argomento importantissimo! Dobbiamo dare una importanza particolare: non c'è niente più della Messa che ci unisce. Non esiste una preghiera comunitaria che ci possa unire di più. Lì stiamo uniti tutti! E chissà quante migliaia siamo… E' il momento quando il Cielo scende sulla terra. Lì c'è la Madonna, ci sono gli Angeli, ci sono i Martiri; perché non è solo il fratello che sta accanto a te con cui devi essere unito, ma tutta la Chiesa Universale! Quindi quella che soffre nel Purgatorio, quella che già è in gloria nel Paradiso… perché c'è anche una realtà oggettiva ed è qui che dovete prestare tanta attenzione. Tutti partecipiamo al Corpo di Cristo: Cristo è il nostro principio di unione. Quindi tutti noi che riceviamo la Comunione abbiamo lo stesso Cristo dentro di noi. Certo, queste cose sono nascoste ai nostri sensi, però è veramente questa la realtà che fa muovere il mondo!

D. Che cosa offrire per le anime del Purgatorio, oltre il sacrificio della Messa?

J. Non c'è cosa più grande della Messa. Però possiamo anche applicare le nostre penitenze, altre preghiere, le indulgenze; però io penso che non c'è niente di più gradito che possiamo presentare al Padre, se non il sacrificio del suo Figlio.

D. La preghiera per la guarigione interiore: vale di più la quantità o la qualità?

J. Penso che il termine di "guarigione interiore" è molto complesso. Sicuramente non è da considerarsi come una forza magica che agisce in un momento… Certo, Dio può fare anche un miracolo, però ognuno di noi porta dentro delle cose di cui deve guarire tutti i giorni. Una cosa è certa: se non preghiamo non è possibile guarire, perché è Dio che entra nella nostra vita e trasforma le cose con la Grazia. Soprattutto abbiamo il Sacramento della Santa Confessione: è quello che veramente ci guarisce. Certo, possiamo fare delle ricerche e cercare di capire, però sicuramente non è solo la consapevolezza che ci rende liberi, ma è la Grazia di Dio. La direzione spirituale è certamente fondamentale. Quindi: qualità e quantità, perché non esiste una qualità senza la perseveranza.

D. Come risolvere il problema delle distrazioni durante le preghiere ripetitive, anche durante la Messa

J. A me personalmente aiuta molto chiudere gli occhi. Non è facile combattere le distrazioni. Se si tratta di distrazioni che ci portano al peccato, allora bisogna tagliare subito il pensiero. Diversamente cerchiamo di parlare a Dio delle nostre distrazioni. Sei preoccupato per tuo figlio? Presenta tuo figlio a Dio, perché a Dio interessa tanto quello che è dentro di noi!… Le distrazioni sono anche legate alla vita che noi viviamo: movimentata, stancante... Quindi, cercate di vivere una vita tranquilla, più in pace. Se siete stanchissimi, che fare? A quel punto potete solo offrire la stanchezza a Dio… non potete meditare…Cercate di offrire queste distrazioni come preghiere.

D. Come fai a vivere concretamente la vita di preghiera e la vita di famiglia?

J. Ognuno di noi ha bisogno di Dio per riuscire a mantenere una vita quale essa sia. Non è che la vita di preghiera tolga qualche cosa alla vita quotidiana, anzi, penso che è qualcosa che dobbiamo vivere per poterla capire.




MARIJANA VASILJ


Testimonianza di Marijana Vasilj

"All’inizio del nostro incontro, saluto di cuore tutti voi qui riuniti e, come ha detto fra Ljubo, desidero condividere con voi la mia esperienza di questo dono delle locuzioni interiori della Beata Vergine Maria. Questo dono che abbiamo io e la mia amica Jelena è iniziato circa un anno dopo l’inizio delle apparizioni nella nostra parrocchia. Quel giorno, io e la mia amica Jelena eravamo come sempre a scuola e lei mi ha detto che aveva sentito una voce interiore che si era presentata come la voce di un angelo e che la chiamava a pregare. Jelena mi ha poi detto che questa voce si è ripresentata l’indomani e per qualche giorno e poi è venuta la Madonna. Così è successo che per la prima volta il 25 Dicembre 1982 Jelena ha sentito la voce della Gospa. Lei, come l’angelo, ha invitato Jelena a pregare e le ha detto di chiamare altri a pregare insieme a lei. Dopo ciò i genitori e noi amici più stretti di Jelena abbiamo pregato quotidianamente con lei. Dopo tre mesi di preghiera insieme, la Madonna ha detto che anche qualcun altro dei presenti avrebbe ricevuto il dono della locuzione interiore. Io ho sentito per la prima volta la Madonna nel 1983. Da quel giorno io e Jelena abbiamo ascoltato la Gospa e accolto insieme i suoi messaggi.

Uno dei primi messaggi della Madonna era il suo desiderio che io e Jelena fondassimo un gruppo di preghiera di giovani nella nostra Parrocchia. Abbiamo portato questo messaggio ai Sacerdoti e, con il loro aiuto, abbiamo creato questo gruppo di preghiera che all’inizio era formato da circa 10 giovani. All’inizio la Madonna dava ogni volta un messaggio per il gruppo e ci ha chiesto di non scioglierlo per 4 anni, perché la Gospa voleva in questi 4 anni guidare il gruppo e ad ogni incontro del gruppo dava dei messaggi. All’inizio la Madonna ha chiesto che il gruppo si riunisse a pregare una volta alla settimana, dopo un po’ di tempo ci ha chiesto di pregare insieme due volte alla settimana e poi ci ha chiesto di riunirci tre volte alla settimana. Dopo i 4 anni la Madonna ha detto che tutti coloro che sentivano una chiamata interiore potevano lasciare il gruppo e scegliere la loro strada. Così, una parte dei componenti ha lasciato il gruppo e una parte ha continuato a pregare insieme. Questo gruppo prega ancora oggi. Le preghiere che la Madonna ci ha chiesto sono: il Rosario di Gesù, preghiere spontanee, su cui la Gospa ha parlato in modo particolare. La preghiera spontanea – dice la Madonna – è il nostro dialogo con Dio. Pregare non vuol dire solo pregare il Padre nostro, ma noi dobbiamo imparare a parlare con Dio durante la preghiera, ad aprire completamente il nostro cuore e a dire al Signore tutto ciò che abbiamo nel cuore: tutte le nostre difficoltà, problemi, croci… Lui ci aiuterà, ma noi dobbiamo aprire il cuore. La Madonna ha chiesto che ogni nostro incontro nel gruppo iniziasse e terminasse con la preghiera spontanea. La Madonna ci ha chiesto di pregare 7 Padre nostro, 7 Ave e 7 Gloria e 5 Padre nostro per tutti i Vescovi i Sacerdoti e i religiosi. La Gospa chiede di leggere la Bibbia di meditarla e di dialogare sui messaggi che Lei ci ha dato.

Dopo 4 anni tutti coloro che sono stati nel gruppo di preghiera hanno concluso che questi anni sono stati per noi scuola di preghiera e di amore con Maria”.


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Test scientifici sui veggenti (torna su)
TEST SCIENTIFICI SUI VEGGENTI DI MEDJUGORJE


Le apparizioni di Medjugorje
sono state esaminate con la più grande competenza e perizia dalla commissione teologica e scientifica italiano-francese "sulla base degli eventi straordinari che si verificano a Medjugorje". I diciassette famosi scienziati, dottori, psichiatri e teologi, il 14 gennaio 1986 a Paina vicina a Milano, nella loro ricerca sono arrivati a una conclusione di 12 punti.

1. Sulla base di test psicologici, per tutti ed ognuno dei veggenti è possibile con certezza escludere frode e inganno.

2. Sulla base di esami medici, test e osservazioni cliniche etc, per tutti ed ognuno dei veggenti è possibile escludere allucinazione patologica.

3. Sulla base dei risultati di ricerche precedenti, per tutti ed ognuno dei veggenti è possibile escludere una interpretazione puramente umana di queste manifestazioni.

4. Sulla base d'informazioni e documentazione documentabile, per tutti ed ognuno dei veggenti è possibile escludere che queste manifestazione siano di ordine preternaturale, i.e. sotto influenza demoniaca.

5. Sulla base d'informazioni e osservazioni documentabili, esiste una corrispondenza tra queste manifestazioni e quelle normalmente descritte nella teologia mistica.

6. Sulla base d'informazioni e osservazioni documentabili, è possibile parlare di progressi spirituali e di progressi nel campo teologico e delle virtù morali dei veggenti, dall'inizio delle apparizione fino ad oggi.

7. Sulla base d'informazioni e osservazioni documentabili, è possibile escludere insegnamenti e comportamenti dei veggenti che siano in chiara contraddizione con la fede e con la morale Cristiana.

8. Sulla base d'informazioni e osservazioni documentabili, è possibile parlare di buoni frutti spirituali nelle persone che sono attirate dall'attività supernaturale di queste manifestazioni e nelle persone favorevoli ad esse.

9. Dopo più di quattro anni, le tendenze e i differenti movimenti che sono nati attraverso Medjugorje, come conseguenza di queste manifestazioni, influenzano il popolo di Dio nella Chiesa in completa armonia con la dottrina e la morale Cattolica.

10. Dopo più di quattro anni è possibile parlare di frutti spirituali permanenti ed oggettivi dei movimenti generati attraverso Medjugorje.

11. E' possibile affermare che tutte le buone e spirituali iniziative della Chiesa, che sono in completa armonia con l'autentico magisterium della Chiesa, trovano appoggio negli eventi in Medjugorje.

12. Conseguentemente si può concludere che dopo un più profondo esame dei protagonisti, dei fatti e dei loro effetti, non solo a livello locale ma anche rispetto ai pronti accordi della Chiesa in generale, è bene per la Chiesa riconoscere l'origine supernaturale e quindi, lo scopo degli eventi in Medjugorje.

Fin ad ora è la ricerca sui fenomeni di Medjugorje più coscienziosa e completa e, per questa esatta ragione, è la più positiva a livello scientifico-teologico.

Un gruppo di esperti francesi guidati dal Sig. Henri Joyeux


prof. Henri Joyeux


Un altro serio lavoro di esame dei veggenti è stato fatto da un gruppo di esperti francesi guidati dal Sig. Henri Joyeux. Utilizzando l'equipaggiamento e i macchinari più moderni, ha esaminato le reazioni interne dei veggenti prima, durante e dopo le apparizioni e la sincronizzazione delle loro reazioni oculari, uditive, cardiache e cerebrali. I risultati di questa commissione sono stati molto significativi. Hanno mostrato che l'oggetto d'osservazione è esterno ai veggenti e che è da escludere ogni manipolazione esterna e ogni mutuo accordo tra i veggenti. I risultati degli encefalogrammi individuali e delle altre reazioni sono raccolti e elaborati in un libro speciale (H. Joyeux - R. Laurentin, Etudes médicales et scientifiques sur les apparitions de Medjugorje, Paris 1986).

I risultati di questa commissione appena menzionata, hanno confermato le conclusioni della commissione internazionale e, da parte loro, provano che le apparizioni sono un fenomeno che sorpassa la scienza moderna e che tutto è diretto verso altri livelli di esistenza.

Ricerca psicofisiologica e psicodiagnostica sui soggetti che dal 1981 sono noti come i veggenti del gruppo di Medjugorje

ISTITUTO PER LA SCIENZA DI CONFINE (IGW) - INNSBRUCK
CENTRO PER LO STUDIO E LA VALUTAZIONE DELLO STATO PSICOFISICO DELLA COSCIENZA - MILANO
SCUOLA EUROPEA PER L'IPNOSI PSICOTERAPEUTICA
AMISI -MILANO
CENTRO DI PARAPSICOLOGIA – BOLOGNA


Su richiesta dell'ufficio parrocchiale di Medjugorje è stata condotta una ricerca psicofisiologica e psicodiagnostica sui soggetti che dal 1981 sono noti come i veggenti del gruppo di Medjugorje.

La ricerca è stata condotta in quattro fasi:
  • La prima analisi è stata eseguita il 22 e 23 aprile 1998 nella casa per gli incontri cristiani di Capiago Intimiano (Como), gestita dai padri devoniani. In questa occasione sono stati esaminati: Ivan Dragicevic, Marija Pavlovic e Vicka Ivankovic.
  • La seconda analisi è stata condotta il 23 e 24 luglio 1998 a Medjugorje. Sono stati esaminati Mirjana Soldo-Dragicevic, Vicka Ivankovic e Ivanka Elez-Ivankovic.
  • La terza analisi, esclusivamente psicodiagnostica, è stata condotta dalla psicologa canadese Lori Bradvica, in collaborazione con fra Ivan Landeka, su Jakov Colo.
  • La quarta valutazione psicofisiologica è stata eseguita l'11 dicembre 1998 nella stessa casa per gli incontri cristiani a Capiago Intimiano (Como) con Marija Pavlovic.
L'incompletezza delle ricerche psico-fisiologche è stata causata dalla parziale collaborazione di alcuni soggetti, i quali non si sono sottoposti a quanto richiesto dal gruppo di lavoro per motivi familiari o sociali oppure per riservatezza personale, sebbene fra Slavko Barbaric e fra Ivan Landeka li abbiano stimolati, senza esercitare alcuna influenza, ai programmi dei gruppi di lavoro. Il gruppo di lavoro è stato denominato "Medjugorje 3" perchè oltre alle singole ricerche mediche e psicologiche, prima di questo studio hanno lavorato due gruppi di lavoro: un primo gruppo di medici francesi nel 1984 ed un secondo gruppo di medici italiani nel 1985. Inoltre nel 1986 tre psichiatri europei hanno condotto ricerche esclusivamente psichiatrico-diagnostiche.

Al gruppo di lavoro Medjugorje 3 hanno preso parte:
  • Andreas Resch, teologo-psicologo dell'Istituto per la scienza di confine di Innsbruck, in qualità di coordinatore generale;
  • dott. Giorgio Gagliardi, medico, psico-fisiologo del Centro di ricerca sugli stati di coscienza di Milano, membro del consiglio della Scuola Europea Amisi di Milano e del centro di parapsicologia di Bologna;
  • dott. Marco Margnelli, medico psicologo e neurofisiologo del centro di ricerca sugli stati di coscienza, membro del consiglio della Scuola Europea Amisi di Milano e del centro di parapsicologia di Bologna;
  • dott. Mario Cigada, medico, psicoterapeuta ed oculista, membro del consiglio della Scuola Europea Amisi di Milano;
  • dott. Luigi Rovagnati, neurochirurgo, assistente di neurochirurgia, Università di Milano, membro del consiglio della Scuola Europea Amisi di Milano;
  • dott. Marianna Bolko, medico psichiatra e psicoanalista, docente presso la scuola di specializzazione in psicoterapia dell'Università di Bologna;
  • dott. Virginio Nava, psichiatra, primario di psichiatria dell'ospedale di Como;
  • dott. Rosanna Costantini, psicologo, docente presso la facoltà Auxillium di Roma;
  • dott. Fabio Alberghina, medico internista;
  • dott. Giovanni Li Rosi, medico ginecologo presso l'ospedale di Varese e specialista in psicoterapia ipnotica all'Amisi di Milano;
  • dott. Gaetano Perriconi, medico internista dell'ospedale FBF di Erba, Como;
  • prof. Massimo Pagani, medico internista, professore di medicina interna presso l'Università di Milano;
  • dott.ssa Gabriella Raffaelli, segreteria scientifica;
  • Fiorella Gagliardi, segretaria, assistente della comunità.
Grazie ai test di seguito elencati sono state analizzate la situazione psico-fisica e psicologica:
  • anamnesi personale
  • anamnesi medica
  • MMPI, EPI, MHQ, prova dell'albero, test della personalità, matrice di Ravenov, test di Rorschachov, test della mano, test della verità e della bugia secondo Valsecchi;
  • visita neurologica
  • poligrafia computerizzata (attività elettrica della pelle, pletismografia, attività capillare periferica e frequenza cardiaca, pneumografia diaframmatica ed ossea) durante le apparizioni, nel momento del ricordo, nelle apparizioni con l'ipnosi e durante la visualizzazione;
  • registrazione dinamica della pressione arteriosa (Holter)
  • ecg e respirogramma (Holter)
  • riflesso pupillare (fotomotorio)
  • riprese video
  • fotografie.


Durante tutte le prove eseguite i veggenti hanno sempre deciso in piena libertà, prontamente e collaborando.

Da tali ricerche psicologico-diagnostiche emerge quanto segue:

In un arco di tempo di 17 anni, dall'inizio delle loro esperienze di apparizione, i soggetti non hanno mostrato sintomi patologici come ad esempio estasi, disturbi dissociativi o di perdita del contatto con la realtà.

Tutti i soggetti esaminati, tuttavia, hanno mostrato sintomi che sono legati a reazioni di stress giustificato derivante da un grande stimolo emotivo esogeno ed endogeno, conseguenza della vita quotidiana.

In base alle loro testimonianze personali è emerso che l'iniziale e successivo cambiamento dello stato di coscienza è determinato da circostanze insolite che essi solo conoscono e che definiscono come visioni/apparizioni della Madonna.

L'esame psichiatrico e psicologico sulle persone, che aveva come obiettivo quello di definire le caratteristiche personali più significative, non può essere reso noto poichè appartiene alla sfera privata.

La valutazione psico-fisiologica è stata condotta in quattro diversi stati di coscienza:
  • veglia
  • stato di coscienza alterato (ipnosi con provocazione di estasi)
  • visualizzazione di immagini mentali
  • stato di coscienza alterato (definito come estasi delle apparizioni).
L'obiettivo era quello di valutare se la condizione di estasi durante le apparizioni, registrata già nel 1985 dal gruppo di lavoro di medici italiani, fosse ancora presente o se fossero intervenuti dei cambiamenti. Inoltre si sono volute analizzare le possibili coincidenze/divergenze con altri stati di coscienza come ad esempio la visualizzazione indotta o l'ipnosi.

Le ricerche condotte hanno dimostrato che i fenomeni di estasi possono essere associati a quelli del 1985, con un'intensità minore.

L'esame ipnotico dello stato di estasi non ha causato una fenomenologia di esperienze spontanee e pertanto si può concludere che la condizione estatica nelle apparizioni non sia una condizione di sonno ipnotico.

Capiago Intimiano, 12-12-1998 Sottoscritto da
Andreas Resch, Dott. Giorgio Gagliardi, Dott. Marco Margnelli,
Dott.ssa Marianna Bolko e Dott.ssa Gabriela Raffaelli

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
FRA JOZO ZOVKO (torna su)
FRA JOZO ZOVKO





Fra Jozo è un francescano croato appartenente all'Ordine dei frati minori, profondamente legato all'evento di Medjugorje. E' nato a Uzarici, un paesino dell'Erzegovina, il giorno 19 marzo 1941 festività di S.Giuseppe, da una famiglia contadina composta da dieci figli. Fabijana, sua sorella, è suora francescana mentre due fratelli sono morti in tenera età, uno annegato nel piccolo fiume che attraversa il paesino.

Padre Jozo ha effettuato gli studi prima a Sarajevo e successivamente a Ljubljana e a Graz in Austria.

I voti religiosi li ha emessi nel 1962 nel monastero francescano di Siroki Brijeg in Erzegovina, dove attualmente risiede. E' stato ordinato sacerdote il 6 agosto 1967

E' un uomo attivo, energico, intraprendente e allo stesso tem­po profondamente spirituale e mistico. Ammira San Francesco ed è forse perché lo ama tanto che desidera anche lui unire l'ardore serafico ad una sviscerata dolcezza che si diffonde nella sua parola e in tutti i suoi gesti?

Lo hanno chiamato "Il parroco più famoso del mondo" perché era parroco a Medjugorje quando hanno avuto inizio le apparizioni e si assunse il difficile compito di indirizzare la fede dei fedeli verso la vita sacramentale e spiegare il senso religioso e cristiano più profondo dei Messaggi della Santa Vergine.

E' stato definito "Il Nuovo Mosè" per il suo carisma di intercessione. La sua preghiera nasce da una profondissima fede che non vacilla. Lui non parla molto. Quando qualcuno gli espone un problema o gli mostra le sue lacrime, egli chiude gli occhi all'istante e si raccoglie nella preghiera, impone le mani, benedice... e fugge via.

Un aneddoto, fra i molti che potremmo raccontare, dimostra quanto stiamo dicendo.

Una religiosa francescana in Erzegovina mi disse: "Io non potevo digiunare. Non ne ero capace. Ogni volta che ascoltavo i Messaggi, mi proponevo di cominciare il digiuno però, entrando in refettorio, tutti i miei buoni propositi fallivano miseramente. Un giorno, dissi a Padre Jozo: Padre, non riesco a digiunare. Immediatamente, mi impose le mani e incominciò a pregare.

Da quel giorno, ho digiunato regolarmente con gioia grande. Il Padre Jozo non mi disse niente. Io ho capito che digiunare è un dono!

Padre Jozo non è mediocre né pronuncia parole inutili. Lui è molto più attento alla mozione dello Spirito che al rumore delle parole. E' cosciente che l'aiuto ci viene dal Signore e al Signore eleva naturalmente la sua preghiera.

Ricordo come, in una occasione, dopo aver pregato per una persona, essa voleva dirgli qualcosa di più riguardo alla sua inquietudine. Fra Jozo la guardò stupito: "Ma, se abbiamo già pregato! Devi stare in pace".

Per lui è ovvio che, dopo aver presentato la nostra preghiera al Signore, qualsiasi sorte di inquietudine deve essere cancellata.

Gli è stata confermata la missione di "Protettore" che il suo stesso nome significa. Nato il giorno di San Giuseppe, il Santo protettore per eccellenza, la prima parola che gli venne detta come conferma degli eventi di Medjugorje fu: "Proteggi i ragazzi

Qualche istante dopo, i veggenti correndo verso di lui lo abbracciarono supplicando: "Padre, proteggici".

Più tardi, nel 1992, durante la visita al Papa Giovanni Paolo Il, mentre gli stringeva fortemente la mano il Santo Padre gli disse: "Proteggi Medjugoije".

Lo stesso Padre Jozo ha detto a Madrid: Io ora sento questa voce: "Proteggi le famiglie". E la vive come una missione che noi vediamo vincolata al suo nome. E mai chiuderà le braccia a tutti quelli che lo cercano e che accoglie a braccia aperte.

E' stato soprannominato "Il servo sofferente di Medjugorje" alludendo alle sue difficoltà e ai suoi dubbi prima di accettare i fatti dal loro inizio ed anche alla sofferenza di essere separato da quel luogo santo, prima attraverso le inferriate di un carcere e poi, una volta acquistata la libertà, per la condizione imposta espressamente dal governo comunista. Infine, fino ad oggi, a causa delle diverse destinazioni assegnategli per servire la sua provincia francescana.

E' stato riconosciuto veramente come "L'interprete più fedele dei Messaggi della Madonna". E li trasmette come chi consegna un gioiello. E' cosciente del valore che offre.

Così ha detto a Madrid: "Ho posto nei vostri cuori la parola della Madonna. Era questo il mio scopo e questo il mio debito. Non ti ho affidato queste parole come un peso da portare, ma come un gioiello da custodire. Tu sarai ricco”.

Si rifà sempre alla Sacra Scrittura e ai veggenti. Vela con il manto della sua profonda umiltà quello che lui stesso ha visto e sentito. Però è facile intuirlo nel momento in cui lo si sente parlare delle sue esperienze mistiche; lo rivela la intensa emozione che manifesta, le lacrime che bagnano i suoi occhi e che indeboliscono la sua voce.

Tra tutte le affermazioni ed i titoli che gli sono stati attribuiti, quello che gli si addice di più e che gli conferisce una unzione incomparabile è quello di "Confessore della fede". La spiritualità cristiana, al suo inizio, aveva come massimi ideali la verginità ed il martirio. Quelli che, dopo aver subito delle torture, restavano in vita erano chiamati "confessori". A questi si attribuiva la proclamazione della Parola. Quelli che d­vano testimonianza di fede nonostante la persecuzione e la tortura, potevano proclamare la Parola con autorità.

Padre Jozo venne arrestato il 17 agosto 1981. I motivi? L'odio per la fede cattolica da parte dei comunisti e la gelosia nei suoi confronti diedero vita ad una spietata persecuzione. In un paese a regime comunista, non si poteva restare indifferenti davanti a quella primavera cristiana che germogliava con forza nella parrocchia di Medjugorje e il parroco ne appariva come il principale responsabile. Fra Jozo non accettò mai le pressioni della polizia finalizzate a sopprimere la Santa Messa nella sua parrocchia.

Un giorno, durante la Santa Messa, "i furbi uditori delle sue omelie" - che non erano esattamente degli esperti delle Scritture - cercarono una falsa allusione. Travisarono le paro­le di Padre Jozo riferite all'Esodo, attribuendogli un signifi­cato politico. I quaranta anni di esodo degli Israeliti attraverso il deserto, furono interpretati volutamente e falsamente come i quaranta anni di governo comunista in Jugoslavia. Conseguentemente vi fu la denuncia e Padre Jozo fu giudicato e condannato ingiustamente, come "nemico del popolo", a tre anni e sei mesi di carcere.

Il 22 ottobre del 1981 fu emessa la terribile sentenza.

In carcere, non gli era permesso di celebrare l'Eucaristia né avere la Bibbia, né ricevere lettere né visite. Niente! La solitudine assoluta mezzo a delinquenti di ogni tipo!

Trovandosi in quella situazione di isolamento totale, tutti pensarono che fosse scomparso. Si pensò perfino che potesse essere morto. Allora, solo i veggenti poterono avere qualche notizia.

Quando espressero la loro preoccupazione alla Madonna, la Santa Vergine disse loro: "Padre Jozo è vivo e Io ho cura di lui".

Le numerose lettere che arrivarono al Presidente della Jugoslavia, soprattutto dall'Italia, abbreviarono i tempi della condanna a diciotto mesi. Subì maltrattamenti e torture ma Fra Jozo non li nomina mai. Si limita a chiudere gli occhi e a sorridere con tristezza. E' impossibile chiedergli di più! E' quello che San Francesco chiamava: "il segreto del Re". Ciò che accadde appartiene a questo santuario intimo, chiuso con il perdo­no, che nessuno può profanare.



P. Jozo Zovko è stato il parroco di Medjugorje nel 1981, al tempo delle prime apparizione di Maria, la Madre del Signore, a sei veggenti.

Dopo un breve periodo di disorientamento, dovuto alla difficoltà da parte di P. Jozo di credere che veramente la Madonna potesse apparire nella sua parrocchia, egli divenne il primo testimone e strenuo difensore del messaggio di Medjugorje.

Egli stesso ha affermato, durante una catechesi del 1996:

I veggenti sono venuti da me e mi hanno detto: "Padre, noi vediamo la Madonna." Ma io non ho creduto. Chi poteva credere ad una cosa simile? Però non li ho rifiutati. Ho detto: "Bene, andiamo a parlare". Ho parlato tutto il sabato pomeriggio con ciascuno di loro, a quattr'occhi e ho registrato tutto quanto ci siamo detti. E poi, ho riascoltato la registrazione per tutta la notte. Ma che cosa ho ascoltato? Niente, perchè non ero aperto ad ascoltare. I veggenti pieni di entusiasmo mi hanno raccontato la loro esperienza, ma io ero sempre più triste e non vedevo, perchè pensavo che fossero stati i comunisti ad organizzare tutto per screditare la Chiesa

E lo stesso Padre Jozo ricorda, in una catechesi del Sabato Santo del 1999:

All'inizio delle apparizioni a Medjugorje Lei ha fatto segni stupendi e indimenticabili con la croce che è posta in cima al monte Krizevac. Nella prima domenica di Giugno, alle otto e mezzo di mattina, un uomo mi ha chiamato e mi ha detto: 'Guarda Padre sulla montagna della Croce!' Ho guardato e l'ho vista piena di luce e da questa luce usciva la Madre. Abbiamo sentito nel profondo del nostro cuore queste parole che anche ieri ha detto Cristo prima di morire: 'Ecco la tua madre. Allora, anche per noi risuona: 'Ecco la tua madre. Tutti noi quella domenica mattina abbiamo visto lo stesso: la Madre sotto la croce. Dopo pochi e forti avvenimenti reali, segni fortissimi, abbiamo visto di nuovo la croce del monte mostrata con un grande messaggio 'Mir'. Usciva dalla parte sinistra della croce, dal braccio sinistro e stava scritto Pace, Mir. Con lettere ardenti usciva dalla croce. Tutti noi ci siamo inginocchiati e nessuno aveva il coraggio di alzare gli occhi verso la montagna o correre via, scappare. Nessuno avev

a idea di cosa fare, siamo rimasti shoccati.

Più volte P. Jozo e i veggenti hanno raccontato l'episodio che ha segnato l'inizio dell'adesione di P. Jozo nei confronti delle apparizioni. Egli si trovava, solo, in chiesa a pregare, verso il tardo pomeriggio. Chiedeva incessantemente al Signore di aiutarlo a capire il significato di quanto stava succedendo, se veramente Maria appariva nella sua parrocchia.

All'improvviso testimonia P. Jozo ho sentito una voce reale che mi diceva 'Va e salva i ragazzi!' Subito mi sono alzato dalla panca e sono corso fuori . Verso di me correvano i veggenti e mi hanno detto 'Aiutaci, la polizia ci sta cercando!' Li ho portati in canonica e li ho nascosti. E' arrivata la polizia e mi ha chiesto se avessi visto i ragazzi. Io ho detto che erano andati verso la canonica e i poliziotti se ne sono andati.

L'esperienza determinante è l'incontro con Maria, una sera in chiesa a Medjugorje, mentre i fedeli giunti da molti paesi vicini stavano pregando il rosario, su invito di Jakov, uno dei sei veggenti. Mentre pregavamo il rosario, molti fra di noi hanno visto la Madonna venire dal fondo della chiesa verso l'altare.

Da allora P.Jozo è il primo testimone di Medjugorje, nonostante i 18 mesi di carcere nelle dure prigioni jugoslave e le umiliazioni, anche gravi, che ancora non sono finite. Sono prove, queste, che fortificano il dono già ricevuto, a beneficio di tutti coloro che lo incontrano.

Oggi Padre Jozo è un instancabile annunciatore della Parola di Dio e del Messaggio di Medjugorje. Con serenità e fortezza affronta lunghi viaggi in paesi e terre ai confini del mondo, per essere testimone autentico del Mistero della presenza visibile di Maria fra noi, da vent'anni.

Ringraziamo il Signore di questi doni mirabili e della sua misericordia grande, che non fa mancare ai suoi figli la consolazione della sua bontà, ogni giorno.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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FRA SLAVKO BARBARIC





P. Slavko Barbaric era nato l’11 marzo 1946 da Marko e Luca Stojic a Dragicina (parrocchia di Cerin). Aveva frequentato i primi otto anni di scola a Cerin ed il ginnasio a Dubrovnik. Era entrato nell’ordine francescano a Humac il 14 luglio 1965. Aveva preso i voti il 17 settembre 1971 ed era stato ordinato sacerdote il 19 dicembre 1971. Aveva studiato a Sarajevo, Graz e Friburgo. Aveva portato a termine gli studi a Graz (in Austria) conseguendo il magistero. Dopo cinque anni di attività pastorale nella provincia dell’Erzegovina, nella parrocchia di Capljina, nel 1978 aveva deciso di proseguire gli studi a Friburgo e qui, nel 1982, aveva ottenuto il dottorato in pedagogia religiosa, conseguendo il titolo di psicoterapeuta.

Aveva lavorato a Capljina come sacerdote – francescano dal 1973 al 1978. Dalla primavera del 1982 fino al settembre 1984 aveva lavorato a Mostar come catechista degli studenti, aveva condotto seminari di preghiera presso il convento delle suore a Bijelo Polje presso Mostar. Grazie alla sua opera fruttuosa con i giovani ed ai corsi di preghiera accolti entusiasticamente dagli studenti, il regime comunista dell’epoca iniziò a perseguitare P. Slavko. In quei momenti difficili il Cardinale Franjo Kuharic difese P. Slavko Barbaric e la sua opera.

Grazie alla sua conoscenza delle principali lingue europee ed agli impegni nelle parrocchie in cui aveva operato, P. Slavko lavorò instancabilmente con i pellegrini a Medjugorje, sin dal momento in cui portò a termine gli studi nel 1982. Egli fu trasferito ufficialmente a Medjugorje nel 1983. Su richiesta del vescovo Zanic, nel 1985 fu assegnato alla parrocchia di Blagaj, nel 1988 a Humac, dove ricopri l’incarico di cappellano ed aiuto insegnante dei novizi.

All’inizio della guerra in Bosnia – Erzegovina, quando tutti i frati più anziani andarono a Tucepi come esuli, P. Slavko rimase a Medjugorje, con l’approvazione verbale di P. Drago Tolj, provinciale dell’epoca.

Sin dall’inizio della sua attività a Medjugorje, egli si era dedicato alla scrittura di libri di contenuto spirituale: "Pregate col cuore”, "Dammi il tuo cuore ferito”, "Celebrate la Messa con il cuore”, "Alla scuola dell’amore”, "Adorate mio Figlio con il cuore” "Con Gesù e Maria sul Golgota verso la Resurrezione”, "Pregate insieme con cuore gioioso”, "Madre, guidaci alla pace”, "Seguimi col cuore”, "Colloqui” e "Digiunate con il cuore”, che sta per essere pubblicato proprio in questi giorni. I libri di P. Slavko Barbaric sono stati tradotti in venti lingue, con oltre 20 milioni di copie vendute in tutto il mondo. Oltre ai libri, egli ha pubblicato articoli di argomento vario. Aveva creato il Bollettino di San Francesco a Capljina, aveva collaborato con "Kršni zavicaj”, "Glas mira” e con la stazione radio "Mir” Medjugorje. Oltre a scrivere, egli dialogava incessantemente con i pellegrini, guidava le celebrazioni eucaristiche, le preghiere sotto la croce, il Rosario a Podbrdo e la Via Crucis sul Krizevac, dove si e conclusa la sua vita terrena. Ogni anno organizzava incontri speciali con i sacerdoti ed i giovani e, presso la casa di preghiera della provincia "Domus pacis”, teneva seminari di digiuno e preghiera. In seguito alle enormi sofferenze del periodo della guerra, aveva fondato e guidava l’associazione di istruzione e formazione "Majcino selo”, presso la quale vivono attualmente più di 60 persone (orfani di guerra, bambini di famiglie separate, ragazze-madri, persone anziane sole e bambini malati). Se qualcuno sapeva amare i bambini, questi era proprio P. Slavko ed anche i bambini lo amavano: gli stavano sempre intorno e lui sapeva sempre come fare per raccoglierli intorno a sé, proprio come Gesù! La sua formazione ed istruzione da psicoterapeuta gli aveva permesso di lavorare insieme ai tossicodipendenti presso la comunità "Cenacolo”, fondata da suor Elvira, soprattutto presso la casa di Medjugorje "Campo della Vita”. Si era impegnato per utilizzare l’aiuto dei benefattori di tutto il mondo per istituire anche due fondi: il "Fondo dei figli dei difensori della patria morti nella guerra” ed il "Fondo amici dei talenti”, per aiutare i giovani studenti.

E’ difficile evidenziare qualcosa in particolare nella vita di questo uomo grande ed unico, ma se dovessimo farlo sarebbe sicuramente il periodo della sua vita trascorso a Medjugorje. P. Slavko Barbaric aveva girato tutto il mondo diffondendo il messaggio di pace e riconciliazione della Madonna. Egli era l’anima ed il cuore del movimento di pace nato a Medjugorje diciannove anni e mezzo fa. Aveva delle caratteristiche uniche: la conoscenza delle lingue, la facilità di comunicazione con le persone, la sua cultura, la semplicità, la cura e l’interessamento per i bisognosi, l’inesauribile energia che era impossibile credere che un solo uomo potesse avere, la diligenza ma, al di sopra di tutto, la devozione, l’umiltà e l’amore. Pregava e digiunava molto ed amava la Vergine con amore filiale. Era proprio questo il fulcro della sua vita: con la preghiera ed il digiuno l’anima degli uomini giunge a Dio, per mezzo di Maria, Regina della Pace.

Vivere accanto a lui era talvolta irreale: egli cioè era qui, in questo mondo, ma al tempo stesso anche al di fuori di esso. Vicino a lui le parole di Gesù, le parole di un grande sacerdote, si trasformavano in realtà: "...Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu mi hai mandato nel mondo, così anch’io li ho mandati nel mondo. E per loro consacro me stesso, affinché siano anch’essi consacrati nella verità...” (Gv 17, 16-19).

P.Slavko Barbaric è venuto a mancare il 24 novembre 2000 alle ore 15.30. Dopo aver completato il rito della Via Crucis, che come ogni venerdì eseguiva insieme ai pellegrini ed ai parrocchiani, ha iniziato ad avvertire dolori. Si è seduto su un masso, si è rapidamente accasciato, ha perso conoscenza ed ha reso l’anima al Signore.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
I CINQUE SASSI (torna su)
I CINQUE SASSI

                           " TI REGALO L’ARMA CONTRO IL TUO GOLIA"

Medjugorje è diventata il nuovo luogo di rinascita spirituale per un mondo disperatamente in difficoltà. La pace, frutto della conversione — nel senso di ritorno a Dio — è il cuore del messaggio di Medjugorje. La Gospa è apparsa per indirizzare ogni uomo verso Suo Figlio, e lo fa offrendogli cinque strumenti o pilastri:

La preghiera del cuore: «Figlioli, pregate, pregate, pregate. La preghiera regni in tutto il mondo» (25 agosto 1989). All'inizio la Madonna raccomanda ai veggenti la recita quotidiana, seguendo la tradizione croata, del Credo, sette Padre Nostro, Ave Maria e Gloria. In un secondo momento li invita anche alla recita del Rosario. «Il Rosario sia sempre nella vostra mano come segno, per Satana, che mi appartenete» (25 febbraio 1988).

Il digiuno: per acquistare la libertà spirituale e per purificarsi. Attraverso il digiuno uno è più capace di ascoltare Dio e l'uomo, di percepirli ambedue più chiaramente. La Gospa raccomanda il digiuno due volte la settimana: «Vorrei che si digiunasse il mercoledì e il venerdì» (14 agosto 1984). «Il miglior digiuno è a pane e acqua. Attraverso il digiuno e la preghiera uno può fermare le guerre, uno può far sospendere le naturali leggi della natura».

Lettura quotidiana della Bibbia: «Cari figli, oggi vi invito a leggere la Bibbia ogni giorno nelle vostre case e a metterla in un posto visibile di modo da incoraggiarvi a leggerla e a pregare» (18 ottobre 1984).

La confessione: la Gospa chiede la confessione mensile. Parla della confessione fin dalle prime apparizioni: «Fate la pace con Dio e tra di voi. Per questo è necessario credere, pregare, digiunare e andare a confessarsi» (26 giugno 1981). La confessione vista non come semplice purificazione dei peccati ma come trasformazione radicale per diventare una nuova persona.

L'Eucaristia: la santa Messa vista come «la più alta forma di preghiera» e l'Eucaristia il centro della vita di ogni cristiano. «Che la santa Messa sia la vostra vita» (25 aprile 1988).

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
I DIECI SEGRETI (interviste) (torna su)

        I 10 SEGRETI


INTERVISTA A PADRE LJUBICIC (sacerdote scelto dalla veggente Mirjana) 

Padre Petar, la veggente Mirjana ha scelto Lei per rivelare i segreti che la Madonna le ha affidato. Se ne sente onorato o ne ha paura?

Quando una sera di circa 25 anni fa, a Medjugorje, ho sentito che Mirjana mi aveva scelto per rivelare i segreti, all'inizio ho creduto ad uno scherzo. Dissi che era una cosa molto seria su cui non si è soliti scherzare. Ma poi ho continuato a pensarci. Mi chiedevo: Può essere realmente vero? Tutto questo non mi lasciava indifferente. Per me era strano immaginare il motivo per cui Mirjana dovesse scegliere proprio me. Lo consideravo un grande onore, ma anche una grande responsabilità. Non riesco a spiegare perché, ma non avevo paura. Quando poi ho incontrato Mirjana, lei mi ha chiesto: "Sai che quando verrà il momento sarai tu a rivelare i segreti?". Un pensiero mi attraversò la mente: "Ma ti sembra possibile?". Mi riesce difficile trovare le parole adatte per esprimere le mie sensazioni in quel momento. So solo che fui attraversato da una sensazione di felicità e di sicurezza.

Che cosa ci può dire dei segreti e del loro contenuto? Che messaggio racchiudono? Quando saranno svelati?


I segreti, come dice la parola, sono segreti. Non sappiamo nulla del loro contenuto. Si può solo dire che i segreti riguardano avvenimenti che accadranno in un determinato luogo e in un determinato tempo. Ma che cosa succederà, non lo sappiamo. Quindi non dovremmo neanche almanaccare su questo. Dovremmo considerare l'esistenza di questi segreti come un aiuto per noi, affinché prendiamo seriamente la vita che Dio ci ha donato e sfruttiamo il tempo per la nostra salvezza e per la salvezza della nostra anima. Questo significa per noi vivere in modo tale da poterne rendere conto davanti a Dio in qualsiasi momento. Se viviamo così, siamo sempre pronti ad incontrare Dio e ad andare dinanzi a Lui. Per questo non dobbiamo neanche avere paura della rivelazione dei segreti e non è necessario interrogarsi sul "quando".

Lei rivelerà tutti e dieci i segreti. Ci può dire come lo farà? La Madonna ha promesso di lasciare un segno visibile e duraturo. Quale segreto sarà?


Quando verrà il momento di rivelare il primo segreto, dieci giorni prima Mirjana mi consegnerà una specie di pergamena, di dimensioni di un A4, sulla quale saranno elencati in dettaglio tutti i segreti. Quindi leggerò il primo segreto e scoprirò che cosa accadrà dopo 10 giorni. Ora il mio compito sarà di pregare e digiunare per sette giorni. Dopo questi sette giorni mi sarà possibile divulgare tale informazione. Dovrò annunciare di che si tratta e quando e dove accadrà. Parlando con me, Mirjana ha messo in evidenza che i primi due segreti riguardano Medjugorje. Contengono un'ammonizione e un importante avvertimento destinati ai fedeli della parrocchia di Medjugorje. Se questi due segreti si avvereranno, ognuno saprà che i veggenti hanno detto la verità e dovremo qualificare le apparizioni come autentiche. Il terzo segreto sarà un segno visibile sulla collina delle apparizioni, il Podbrdo. Tutti coloro che hanno creduto nelle apparizioni e su di esse hanno orientato la loro vita, ne gioiranno molto. Ma per tutti gli uomini sarà un segno di conversione. Non dobbiamo dimenticare che questo tempo è un tempo di conversione e di preghiera. È un tempo di purificazione spirituale e un tempo di scelta gioiosa di Dio. Perciò vorrei sottolineare ancora una volta che non dobbiamo aspettare a convertirci. Se per esempio aspettiamo prima il segno, per noi potrebbe essere troppo tardi.

Che cosa accadrà, secondo Lei, dopo la rivelazione dei primi tre segreti? Che cosa ne scaturirà per Medjugorje?

Come ho già detto, queste apparizioni ci aiutano a capire che ogni momento della nostra vita è importante. Lo dobbiamo vivere in totale dedizione a Dio e benedirlo con la nostra preghiera. Questo significa scegliere sempre Dio. Così porteremo più facilmente il peso della vita. Penso che la rivelazione dei segreti ci aiuterà tutti a diventare più seri e più consapevoli delle nostre responsabilità. Sicuramente ci saranno segni eccezionali, straordinari, e grandi conversioni. Tutte le conversioni e tutte le guarigioni corporee e spirituali che si sono verificate fino ad oggi sono la dimostrazione che il Cielo si è aperto su Medjugorje e la Regina della Pace è venuta da noi. La rivelazione dei segreti sarà per tutti un grande conforto e una grande gioia. Soprattutto saranno felici quelli che hanno creduto e si sono sforzati di vivere secondo il Vangelo di Gesù Cristo. È un dato di fatto che ogni anno migliaia e migliaia di pellegrini vengono a Medjugorje. Quando inizierà la divulgazione dei segreti, sicuramente verranno ancora più persone; probabilmente anche quelle che finora non hanno dimostrato alcun interesse. In ogni caso il futuro di Medjugorje sarà positivo. Diventerà ancora di più una calamita spirituale.

Sconvolgenti conversioni e straordinarie guarigioni sono la dimostrazione che le apparizioni sano autentiche. La rivelazione dei segreti sarà determinante per il riconoscimento ecclesiastico?

Secondo la mia più profonda convinzione, a Medjugorje ci sono prove sufficienti e valide per l'autenticità delle apparizioni. Lei ha appena parlato di conversioni e guarigioni. Per un riconoscimento, oltre a diverse altre circostanze, sono sufficienti già due guarigioni straordinarie che siano scientificamente documentate. Finora a Medjugorje possiamo enumerare centinaia di guarigioni. Un medico di Milano ha già pubblicato tre libri su queste guarigioni.
Ho descritto le mie esperienze personali con i tanti pellegrini di Medjugorje nei libri "La chiamata della Regina della Pace” e "Questo è il tempo della grazia”. Intanto, da oltre dieci anni, vivo all'estero e incontro persone che mi testimoniano come non potrebbero più immaginare la loro vita senza la Regina della Pace. Parlano di indescrivibili giorni di grazia a Medjugorje. Alcuni, che soffrivano di malattie inguaribili, sono stati guariti. Questa è una prova che a Medjugorje Dio è all'opera con l'intercessione della Madonna.
Sicuramente lei ha ragione quando suppone che la rivelazione dei segreti avrà un'importanza determinante per il riconoscimento ecclesiastico.




INTERVISTA DI PADRE LIVIO SUI 10 SEGRETI ALLA VEGGENTE MIRJANA DRAGICEVIC


PADRE LIVIO: Ecco Mirjana, passiamo al capitolo riguardante i dieci segreti. Ti dico con sincerità che non sono una persona curiosa, ma vorrei sapere tutto quello che è lecito sapere e che la Madonna vuole che si sappia. Essendo Direttore di Radio Maria sento al riguardo una precisa responsabilità. 

MIRJANA: Padre Livio, dimmi la verità, da quando abbiamo cominciato questo nostro colloquio, tu aspetti questo momento. Hai già detto dall'inizio che questa è la cosa che ti interessa di più. 

PADRE LIVIO: C'è un motivo personale che mi spinge ad avere al riguardo delle informazioni molto esatte. Da quanto ho letto, mi pare che questi segreti verranno resi noti al mondo mediante un sacerdote che tu hai scelto tre giorni prima che si realizzino. Allora, mi sono posto questo problema: se al tempo della rivelazione dei segreti io sarò ancora Direttore di Radio Maria, dovrò ogni volta informare la gente di quanto svelerà il sacerdote che tu hai scelto? Eccoti dunque messe con molta chiarezza le carte in tavola. 

MIRJANA: Anche a me piace mettere le carte in tavola e ti dico subito che potrai informare tutti gli ascoltatori di Radio Maria. Non ci sono problemi per questo. 

PADRE LIVIO: Va benissimo. Allora, Mirjana, tu hai avuto i dieci segreti già dal Natale 1982, quando sono terminate le apparizioni?. 

MIRJANA: Forse è meglio che ti dica subito tutto quello che posso dire. 

PADRE LIVIO: Dì pure tutto quello che puoi dire e poi io ti chiederò alcuni chiarimenti. 

MIRJANA: Ecco io ho dovuto scegliere un sacerdote a cui dire i dieci segreti e ho scelto il padre francescano Petar Ljubicié. Devo dire che cosa succederà e dove dieci giorni prima che accada. Dobbiamo trascorrere sette giorni nel digiuno e nella preghiera e tre giorni prima egli dovrà dirlo a tutti e non potrà scegliere se dire o non dire. Egli ha accettato che dirà tutto a tutti tre giorni prima, così si vedrà che è una cosa del Signore. La Madonna dice sempre: "Non parlate dei segreti, ma pregate e chi sente me come Madre e Dio come Padre, non abbia paura di niente".
Tutti noi parliamo sempre di che cosa succederà nel futuro, ma chi di noi potrà dire se sarà vivo domani? Nessuno! Quello che la Madonna ci insegna è di non preoccuparci del futuro, ma di essere pronti in quel momento ad andare incontro al Signore e non invece perdere tempo a parlare dei segreti e di cose di questo genere.
Padre Petar, che adesso si trova in Germania, quando viene a Medjugorje, scherza con me e dice: "Vieni a confessarti e dimmi almeno un segreto adesso..."
Perché tutti sono curiosi, ma si deve capire che cosa è veramente importante. L’importante è che noi in ogni momento siamo pronti ad andare dal Signore e tutto quello che succede, se succede, sarà la volontà del Signore, che noi non possiamo cambiare. Possiamo cambiare solo noi stessi! 

PADRE LIVIO: Anche la Madonna insiste sul fatto che chi prega non ha paura del futuro. Il vero problema è quando ci allontaniamo dal suo cuore e da quello di Gesù. 

MIRJANA: Certo, perché tuo padre e tua madre non ti possono fare nulla di male. Vicini a loro siamo al sicuro. 

PADRE LIVIO: Ho letto un articolo recente su una rivista cattolica italiana che irrideva i segreti dicendo che, sommando tutti quelli dei sei veggenti, sarebbero cinquantasette e la buttava nel ridicolo. Che cosa puoi rispondere? 

MIRJANA: Anche noi sappiamo la matematica, ma dei segreti non parliamo perché sono segreti. 

PADRE LIVIO: Nessuno sa i segreti degli altri veggenti? 

MIRJANA: Non parliamo di quello. 

PADRE LIVIO: Non ne avete parlato fra di voi?

MIRJANA: Mai ne parliamo. Noi diffondiamo i messaggi della Madonna e quello che il Signore vuole che diciamo alla gente. Ma i segreti sono segreti e noi veggenti tra di noi non parliamo dei segreti.

PADRE LIVIO: Quindi tu non sai quali sono i nove segreti di Vicka e Vicka non sa quali siano i tuoi dieci segreti?

MIRJANA: Ecco non parliamo di questo. Questa è una cosa che è come se fosse dentro di me e so che di questa cosa non si parla.

PADRE LIVIO: Vicka è qui presente. Tu Vicka puoi confermare che non conosci i dieci segreti di Mirjana?

VICKA: Non ho mai avuto nessun bisogno di sapere quello che la Madonna ha detto a Mirjana. Credo che lo stesso lo ha detto anche a me e che i segreti sono uguali.

PADRE LIVIO: Adesso vediamo che cosa si può dire quanto al contenuto almeno di alcuni segreti. Mi pare che si possa dire qualcosa del terzo e del settimo segreto. Del terzo segreto che cosa ci puoi dire?

MIRJANA: Ci sarà un segno sulla collina delle apparizioni, come un dono per tutti noi, perché si veda che la Madonna è qui presente come nostra mamma.

PADRE LIVIO: Come sarà questo segno?

MIRJANA: Bellissimo!

PADRE LIVIO: Senti Mirjana, non voglio apparirti curioso e tanto meno indurti a dire qualcosa che non vorresti. Però, mi pare giusto che gli ascoltatori di Radio Maria possano sapere quello che la Madonna desidera o permette che si sappia. Per quanto riguarda il segno ti faccio una domanda precisa, però, se vuoi, evita pure di rispondere. Sarà un segno che ha un significato spirituale?

MIRJANA: Sarà un segno ben visibile, che non si poteva essere fatto con mani umane; una cosa del Signore che rimane.

PADRE LIVIO: È una cosa del Signore. Mi pare una affermazione piena di significato. Ma è una cosa che viene dal Signore, perché solo il Signore è onnipotente e la può fare, o perché il segno ha un significato spirituale e trascendente? Se il segno è una rosa, a me non dice niente. Se, invece, è una croce, allora mi dice molto.

MIRJANA: Non posso dire niente di più. Ho detto tutto quello che si poteva dire. PADRE LIVIO: Comunque, hai detto tante belle cose.

MIRJANA: Sarà un dono per tutti noi, che non si può fare con mani umane e che è una cosa del Signore.

PADRE LIVIO: Ho chiesto a Vicka se io vedrò questo segno. Lei mi ha risposto che non sono così tanto vecchio. Allora voi sapete la data del segno?

MIRJANA: Sì, so la data.

PADRE LIVIO: Dunque sai, esattamente la data e in che cosa consiste. Tu, Vicka, sai la data?

VICKA: Sì, anch'io so la data

PADRE LIVIO: Adesso passiamo al settimo segreto. Che cosa è lecito sapere del settimo segreto?

MIRJANA: Ho pregato la Madonna se fosse possibile che almeno una parte di quel segreto si cambiasse. Lei ha risposto che dovevamo pregare. Abbiamo pregato moltissimo e lei ha detto che è stata modificata una parte, ma che ora non si può più cambiare, perché è la volontà del Signore che si debba realizzare.

PADRE LIVIO: Allora, se il settimo segreto è stato mitigato, significa che è un castigo.

MIRJANA: Non posso dire nulla.

PADRE LIVIO: Non potrà né essere ulteriormente mitigato e neppure abolito?

MIRJANA: No.

PADRE LIVIO: Tu, Vicka, sei d'accordo?

VICKA: La Madonna ha detto che il settimo segreto, come ha già detto Mirjana, è stato in parte cancellato con le nostre preghiere. Ma, siccome Mirjana sa più di me di queste cose, lei adesso risponde direttamente.

PADRE LIVIO: Insisto su questo punto perché qualcuno dice in giro che, se si prega, si può...

MIRJANA: Non è possibile che venga abolito del tutto. E’ stata tolta una parte e basta.

PADRE LIVIO: Insomma, è stato mitigato e ora si realizzerà necessariamente.

MIRJANA: Questo è quello che la Madonna ha detto a me. Non chiedo più queste cose perché non è possibile. Questa è la volontà del Signore e si deve fare.

PADRE LIVIO: Di questi dieci segreti c'è qualcuno che riguarda te personalmente o riguardano tutto il mondo?

MIRJANA: Io non ho segreti che riguardano me personalmente.

PADRE LIVIO: Quindi riguardano...

MIRJANA: Tutto il mondo.

PADRE LIVIO: Il mondo o la Chiesa?

MIRJANA: Io non voglio essere così precisa, perché i segreti sono segreti. Dico solo che i segreti riguardano il mondo.

PADRE LIVIO: Ti faccio questa domanda per analogia col terzo segreto di Fatima. Esso riguardava certamente i disastri della guerra che sarebbe venuta, ma anche la persecuzione alla Chiesa e infine l'attentato al Santo Padre.

MIRJANA: Non voglio essere precisa. Quando la Madonna lo vuole, dirò tutto. Adesso sto zitta.

PADRE LIVIO: Dobbiamo però dire che, nonostante i vent'anni che abbiamo alle spalle, il più deve ancora venire per quanto riguarda Medjugorje. Si direbbe che la Madonna ci ha preparato per momenti particolarmente impegnativi. Infatti i segreti riguardano il mondo in generale.

MIRJANA: Sì.

PADRE LIVIO: Tuttavia siamo certi che almeno il terzo è positivo.

MIRJANA: Sì.

PADRE LIVIO: Tutti gli altri sono negativi?

MIRJANA: Non posso dire nulla. Lei ha detto quello. Io sto zitta.

PADRE LIVIO: D'accordo, l'ho detto io, non tu.

MIRJANA: Come dice Gesù: "Tu hai detto questo". Lo dico anch' io: "Tu hai detto questo". Quello che potevo dire dei segreti, io l'ho detto.

PADRE LIVIO: Sì, ma bisogna che abbiamo le idee chiare e ordinate su quelle cose che è lecito sapere. Abbi un po' di pazienza se ti chiedo ancora qualche chiarimento. Tu di ogni segreto sai quando accadrà?

MIRJANA: Sì, ma veramente non voglio parlare dei segreti perché è la volontà della Madonna di non parlare.

PADRE LIVIO: Tu non dire quello che non si può, ma almeno dì qualcosa su quello che si può. Sai di ognuno quando accadrà. Sai anche dove?

MIRIANA: Anche dove.

PADRE LIVIO: Ho capito: sai dove e quando.

MIRJANA: Sì.

PADRE LIVIO: Queste due parole, dove e quando, sono molto importanti. Adesso vediamo come avviene il procedimento attraverso il quale i segreti vengono resi noti. La Madonna ti dirà qualcosa al momento debito? I dieci segreti verranno rivelati secondo l'ordine progressivo, cioè il primo, il secondo, il terzo e così via?

MIRJANA: Non posso dire nulla di più.

PADRE LIVIO: Non insisto. Che cosa puoi dire su una diceria che circola, secondo la quale tu avresti scritto i dieci segreti?

MIRJANA: Guarda, Padre, se noi vogliamo proseguire l'intervista su cose importanti, cioè sulla Madonna e i suoi messaggi, io rispondo volentieri, ma dei segreti non parlo, perché sono segreti. Ci hanno provato tutti, dai sacerdoti ai comunisti, soprattutto con Jakov che aveva solo nove anni e mezzo, ma non sono mai riusciti a capire o a sapere qualche cosa. Lasciamo perciò questo argomento. Se succederà, sarà la volontà del Signore e questo l'abbiamo chiarito. L'importante è che la nostra anima sia pronta e preparata per trovare il Signore allora non dovremo preoccuparci né per il futuro e né per null'altro.

PADRE LIVIO: Quindi dobbiamo rimanere su quelle informazioni che tu ci hai dato all'inizio?

MIRJANA: Ecco, e basta

PADRE LIVIO: Sinceramente c'è quanto basta per meditare a lungo.

MIRJANA: Quello è quanto la Madonna vuole che sappiamo.

PADRE LIVIO: Per quanto mi riguarda, obbedisco più che volentieri. L'ultima cosa che non ho ancora chiarito e alla quale neppure Vicka ha saputo rispondermi, e che perciò devo chiedere a te, è questa: la rivelazione dei dieci segreti, per bocca di Padre Petar, avverrà rendendo noto un segreto per volta, o tutti insieme in una sola volta? Non è una cosa da poco, perché se avverrà per dieci volte successive, rischieremo un infarto. Neanche questo ci puoi dire?

MIRJANA: Non posso.

PADRE LIVIO: Però tu lo sai?

MIRJANA: Si.

PADRE LIVIO: Benissimo. Ecco, lasciamo dunque questo argomento e chiudiamo la parentesi. Credo che sappiamo tutto quello che è necessario sapere.

MIRJANA: Che possiamo sapere!

PADRE LIVIO: Per quanto mi riguarda non voglio saperne di più, neanche mi fosse concesso. Preferisco aspettare con fiducia le sorprese di Dio. Non voglio neppure sapere se sarò vivo io. Mi basta sapere che lo sappia Dio. Ma ora vorrei cercare di capire il significato teologico e spirituale di tutto questo. Se colloco i dieci segreti nel contesto dei messaggi della Madonna, mi pare di poter dire che essi, anche se a prima vista possono costituire per noi un motivo di preoccupazione, in realtà sono una manifestazione della divina misericordia. Infatti, la Madonna in molti messaggi dice di essere venuta per costruire con noi il nuovo mondo della pace. Quindi l'approdo finale, cioè il punto di arrivo di tutto il piano della Regina della pace, è un golfo di luce, cioè un mondo migliore, più fraterno e più vicino a Dio.

MIRJANA: Sì, si. Sono sicura che alla fine vedremo questa luce. Vedremo il trionfo del cuore della Madonna e di Gesù.





INTERVISTA DI PADRE LIVIO SUI 10SEGRETI ALLA VEGGENTE VICKA  IVANKOVIC

Intervista del 3/8/2000
 
Padre Livio: Ora che ci è stato svelato il terzo segreto di Fatima, sappiamo che riguardava un tempo difficile, di guerre e di persecuzioni, per il mondo e per la Chiesa, in particolare per il Santo Padre. Dobbiamo aspettare qualcosa del genere anche per i dieci segreti di Medjugorje? 
Vicka: Per quanto riguarda i segreti non ho molto da dire. Per ora ne ho nove e aspetto il decimo. Se e quando la Madonna li vorrà spiegare, allora ne sapremo di più. 
Padre Livio: Tuttavia, anche se i segreti sono veramente segreti, resta il fatto che riguardano il futuro e che quindi le apparizioni di Medjugorje hanno ancora molto da riservarci. 
Vicka: Certo, sicuro. 
Padre Livio: La partita non è ancora finita. 
Vicka: No, no. 
Padre Livio: Siamo ancora al primo tempo. 
Vicka: E’ appena incominciata. 
Padre Livio: Fra le analogie che vi sono tra Fatima e Medjugorje vi è anche il segno. A Fatima la Madonna lo aveva promesso per l’ultima apparizione, quella dell’Ottobre 1917. Anche a Medjugorje si parla di un segno. I veggenti di Fatima erano sicurissimi che la Madonna lo avrebbe dato. Anche voi ne siete così sicuri? 
Vicka: Vedi, Padre Livio, la Madonna ha dato una grande possibilità, un grande dono di vedere questo segno. 
Padre Livio: Voi l’avete già visto? 
Vicka: Noi l’abbiamo già visto e quando verrà il momento di sicuro ci sarà il segno sul monte dell’apparizione. 
Padre Livio: Tutti lo potranno vedere? 
Vicka: Tutti e rimane per sempre. 
Padre Livio: Rimane per sempre? 
Vicka: Si, rimane per sempre come prova che la Madonna è stata qui in mezzo a noi. 
Padre Livio: Bisogna venire fino a Medjugorje per poterlo vedere? 
Vicka: Bisogna venire qui da noi, qui sul monte. 
Padre Livio: Bisogna salire sul monte o lo si può vedere anche da lontano? 
Vicka: Ma, padre Livio, tu vuoi che pian piano ti dica tutto… 
Padre Livio: Te lo chiedo perché Jakov ha detto che per vederlo dobbiamo venire a Medjugorje. Non è difficile immaginare per quel momento un grande concorso di gente…. 
Vicka: Sì, per vederlo bisogna venire a Medjugorje. 
Padre Livio: Tu sarai ancora viva quando ci sarà il segno? 
Vicka: Non lo so. Ma spero di si. 
Padre Livio: E io sarò vivo? 
Vicka: Ma, padre, non sei ancora troppo vecchio. Ma io penso di sì e poi ci sono ancora tante cose a fare. 
Padre Livio: Effettivamente Radio Maria è impiantata nelle varie lingue in solo trenta nazioni del mondo e noi vorremmo arrivare in tutte. 
Vicka: Hai ancora tante cose da fare. 
Padre Livio: Ho capito. La pensione è lontana. Sarà un segno di speranza? 
Vicka: Sì, di speranza. 
Padre Livio: Di gioia? 
Vicka: Di gioia, ma una cosa bella, capito? 
Padre Livio: Ho voluto insistere sul segno perché la Chiesa, per valutare la fondatezza di una apparizione, verifica se si sono realizzate le profezie. 
Vicka: E’ normale. 
Padre Livio: L’atteggiamento della Chiesa è sapiente. Il segno potrà essere quindi una conferma per la Chiesa che le apparizioni sono vere? 
Vicka: Ma sicuro. La Madonna già una volta ha detto che noi non ci dobbiamo preoccupare di queste cose, ma piuttosto di accogliere i messaggi e di viverli. Tutto il resto dobbiamo lasciarlo a lei.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
ATTUALE POSIZIONE DELLA CHIESA (torna su)
     

Medjugorje riconosciuto Santuario dalla chiesa

In concomitanza con la massiccia ripresa dei pellegrinaggi a Medjugorje, la Curia diocesana di Mostar sta conducendo da qualche mese sul Glas Koncila una insistente campagna di disinformazione e di distorsione dei fatti e delle dichiarazioni ufficiali in merito alle apparizioni di Medjugorje. L’intento è quello di scoraggiare i pellegrinaggi e di spegnere i fatti di Medjugorje ricorrendo anche a pressioni canoniche. Ci si appella all’ultima famosa Dichiarazione di Zara, emanata dalla Conferenza Episcopale il 10 aprile 1991 (GK 5.5.91, p.1.). Essa viene presentata come un pronunciamento negativo e definitivo, per cui il fenomeno di Medjugorje non sarebbe mai esistito, ma sarebbe solo frutto di invenzione, di calcolata e interessata falsità.
Riguardo a quella Dichiarazione, le cose stanno così: i Vescovi a Zara avevano posto la loro attenzione su due fatti: le apparizioni e i pellegrinaggi. In merito alle apparizioni avevano dichiarato: «Sulla base delle indagini finora svolte, non si può affermare che si tratta di apparizioni e rivelazioni soprannaturali». Era un giudizio interlocutorio, provvisorio; in altri termini, le indagini non erano ancora esaustive, complete, tali cioè da permettere un giudizio definitivo. Per cui la Dichiarazione continuava: «Tramite i suoi membri, la Commissione [della Conferenza Episcopale], continuerà a seguire e a svolgere indagini sull’evento di Medjugorje nel suo complesso».
Sui pellegrinaggi, che sono un fatto importantissimo per la vita spirituale dei fedeli e dei quali quindi la Chiesa non si può disinteressare né procrastinarne la cura a dopo il pronunciamento finale, i Vescovi hanno dichiarato: «Intanto i grandi raduni di fedeli di varie parte del mondo, che si recano a Medjugorje sospinti sia da motivi religiosi che di altro genere [ad esempio per ottenere guarigioni], richiedono l’attenzione e la cura pastorale, in primo luogo del Vescovo diocesano e -con lui- anche degli altri Vescovi, perché a Medjugorje e, di concerto con essa, si promuova una sana pietà verso la B.V. Maria, secondo l’insegnamento della Chiesa. A tale scopo i Vescovi emaneranno anche speciali e idonee direttive liturgico-pastorali». La direzione del GK aveva subito commentato positivamente la Dichiarazione della Conferenza Episcopale, dicendo: «Per i numerosi devoti di tutto il mondo, la presente Dichiarazione servirà  nell’ambito della loro coscienza come una autorevole chiarificazione. In altre parole, coloro che d’ora in poi, sospinti da motivi religiosi, si recheranno a Medjugorje, da qui innanzi sapranno che questi loro raduni sono oggetto di una costante e responsabile cura da parte dei successori degli apostoli» (GK 5.5.91). Si capisce quindi che con tale Dichiarazione vengono meno tutte le riserve, che da più parti erano state espresse in merito ai pellegrinaggi non «ufficiali» a Medjugorje. Come un tempo a Lourdes e a Fatima i pellegrini accorrevano numerosi prima del pubblico riconoscimento di quei santuari- ed erano pellegrinaggi non ufficiali, anche se i pellegrini venivano assistiti da sacerdoti- così oggi a Medjugorje i pellegrini accorrono numerosi, in grandi gruppi o alla spicciolata, e sono tutti pellegrinaggi non ufficiali, pur essendo spesso assistiti da sacerdoti. Anzi, d’ora in poi la stessa Gerarchia con la Chiesa locale si impegnano ad organizzare e a fornire adeguata assistenza spirituale ai pellegrini. Tutto questo, perché «al di sopra di ogni altra cosa, la Chiesa rispetta i fatti, valuta le proprie competenze e in ogni cosa si prende principalmente cura del bene spirituale dei fedeli» (GK 5.5.91,p.2). Le risultanze pur così chiare del pronunciamento di Zara non vanno a genio alla Curia di Mostar. Il Vicario generale Don Pavlovic’, nel citare la Dichiarazione dei Vescovi, si guarda bene dal riportare le ultime parole, nelle quali si affermava che la Commissione dei Vescovi «continuerà a seguire e a svolgere indagini sull’evento di Medjugorje nel suo complesso». Nei suoi interventi su GK (10.7 e 7.8.94) cerca inoltre in tutti i modi di fare dimenticare l’espressione «indagini finora svolte». Per lui le indagini, anziché «finora svolte», diventano «le più responsabili», diventano «serie, condotte per più anni, estese a tutti gli aspetti», cioè «definitive! » E il pronunciamento provvisorio dei Vescovi diventa per lui perentorio e risolutivo, in senso naturalmente negativo. E conclude: «Questo pronunciamento negativo dei Vescovi sull’impossibilità di affermare [la soprannaturalità delle apparizioni] ci dà il diritto di dire che la Madonna non è apparsa e non appare ad alcuno a Medjugorje» (GK 7.8.94, p.10). Sulla stessa linea è il Cancelliere d. Luburic’: per lui «le indagini finora svolte» si trasformano in «indagini competenti», si tende anche qui ad escludere la provvisorietà e ad accreditare il carattere ultimativo della Dichiarazione (…). [E’ noto poi che la Chiesa in questi casi non ha mai dato un parere definitivo, finché le apparizioni erano in corso -ndr-]. In merito alla Dichiarazione di Zara, molto più responsabilmente (…) e con la sua autorità di Presidente della Conferenza Episcopale, il Card. Kuharic’ dichiarava: «Noi Vescovi, dopo tre anni di studi condotti dall’apposita Commissione, abbiamo accolto Medjugorje come luogo di preghiera, come santuario… Per quanto invece concerne la soprannaturalità delle apparizioni, abbiamo detto che per adesso non possiamo affermare che vi esista; abbiamo ancora importanti riserve. Perciò questo aspetto lo lasciamo ad ulteriore indagine. La Chiesa non ha fretta» (GK 15-8-93, p.3).
Dispiace costatare che mentre milioni di persone, tra cui decine e decine di Vescovi e migliaia di sacerdoti, guardano a Medjugorje con riconoscenza per avervi trovato luce, forza, pace, guarigione, conversione, incitamento ad una vita più santa, e mentre tutta la questione sull’autenticità dei fatti è affidata alla Conferenza Episcopale, che si è riservata di proseguire le indagini, la Curia di Mostar tenti nuovamente di riappropriarsi del problema per gestirlo ad uso e consumo domestico! Si farebbe certamente migliore servizio alla verità, alla pace, alla fede e al bene dei fedeli se si fosse più sereni, più obiettivi, più aperti e meno faziosi».



                           MEMBRI DELLA COMMISSIONE


(E’ stata formata dalla Santa Sede una commissione d’inchiesta su Medjugorje)

La Sala Stampa della Santa Sede ha reso pubblico che la Commissione Internazionale d'inchiesta su Medjugorje si è radunata per la sua prima sessione il 26 marzo scorso.
Ha fatto sapere in un comunicato che il lavoro della Commissione si svolgerà in rigoroso riserbo”, mentre "le conclusioni saranno sottoposte alle istanze della Congregazione per la Dottrina della Fede".
Il comunicato ha poi rivelato che la Commissione, presieduta dal Cardinale Camillo Ruini, Vicario Generale emerito di Sua Santità per la Diocesi di Roma, è composta dai seguenti membri:
-- Cardinale Jozef Tomko, Prefetto emerito della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli;
-- Cardinale Vinko Puljic, Arcivescovo di Vrhbosna, Presidente della Conferenza Episcopale di Bosnia ed Erzegovina;
-- Cardinale Josip Bozanić, Arcivescovo di Zagreb, Vicepresidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d'Europa;
-- Cardinale Julián Herranz, Presidente emerito del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi;
-- Arcivescovo Angelo Amato, S.D.B., Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi;
-- Monsignor Tony Anatrella, Psicoanalista e specialista in Psichiatria sociale,
-- Monsignor Pierangelo Sequeri, Docente di Teologia Fondamentale presso la Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale;
-- Padre A. David Maria Jaeger, O.F.M., Consultore del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi;
-- Padre Józef Kijas Zdzislaw, O.F.M.Conv., Relatore della Congregazione delle Cause dei Santi;
-- Padre Salvatore M. Perrella, O.S.M., Docente di Mariologia presso la Pontificia Facoltà Teologica "Marianum";
-- Reverendo Achim Schütz, Docente di Antropologia Teologica presso la Pontificia Università Lateranense (in qualità di segretario);
-- Monsignor Krzysztof Nykiel, Officiale della Congregazione per la Dottrina della Fede, (funge da segretario aggiunto).

Ai lavori della Commissione hanno partecipato anche alcuni esperti:
-- Reverendo Franjo Topic, Docente di Teologia Fondamentale a Sarajevo (Bosnia ed Erzegovina);
-- Padre Mijo Nikic, S.I., Docente di Psicologia e Psicologia delle Religioni presso l'Istituto Filosofico e Teologico della Compagnia di Gesù a Zagabria (Croazia);
-- Padre Mihály Szentmártoni, S.I., Docente di Spiritualità presso la Pontificia Università Gregoriana (Roma);
-- Suor Veronica Nela Gaspar, Docente di Teologia a Rijeka (Croazia).





 ULTIME DICHIARAZIONE DEL CARDINALE  VINKO PULIJC
(Arcivescovo di Sarajevo) sui fatti di Medjugorje



Il cardinale Vinko Pulijc, arcivescovo di Sarajevo, ha dichiarato che la decisione della Chiesa sui fatti di Medjugorje verrà presa con ogni probabilità entro quest'anno. Nel 2010, infatti, papa Benedetto XVI aveva istituito una commissione presieduta dal cardinale Camillo Ruini per esaminare le apparizioni della Madonna ai sei veggenti iniziate nel 1981 nel paesino bosniaco. Durante questi mesi la commissione ha vagliato tutti i documenti scientifici delle diverse équipe mediche e scientifiche che per anni hanno seguito e analizzato le reazioni dei veggenti a cui da più di trent'anni appare la Gospa. Non solo, la commissione ha analizzato i nuovi documenti, ritrovati l'anno scorso e occultati dai servizi segreti bosniaci, che dimostrano il tentativo da parte dell' ex regime comunista di sconfessare i sei ragazzi e di mentire sulla loro condotta e su quella dei francescani legati alla parrocchia di Medjugorje. Sono stati vagliati anche i presunti i miracoli, le guarigioni e la bontà dei frutti (come le confessioni, le conversioni, le associazioni caritative e i movimenti laicali e religiosi) maturati da questi eventi. Anche i sei veggenti sono stati interrogati. Nel giugno scorso sono state ricevute segretamente a Roma Ivanka, fra i tre veggenti che hanno ricevuto dalla Madonna tutti e dieci i segreti che riguardano eventi futuri, e Viska, che avendone ricevuti solo nove vede ancora tutti i giorni la Vergine. Marja e Mirijana sono state ascoltate alla fine dell'anno scorso: la prima, riceve ancora un messaggio pubblico che annuncia al mondo ogni 25 del mese. La seconda ne riceve un altro ogni 2 del mese per guidare l'umanità sulla via della conversione. I due ragazzi, Jakov e Ivan, sono invece giunti a Roma qualche giorno fa.

La commissione è rimasta colpita positivamente da quanto finora visionato,
Per saperne di più
SFOGLIA - Il numero 28/2010 di Tempi dedicato a Medjugorje
LEGGI - Il Te Deum di Antonio Socci
nonostante il silenzio dei sei veggenti, imposto dalla Madonna, riguardo ai dieci segreti. Sarà il padre francescano Petar Ljubicié (scelto da Mirijana) a rivelare cosa succederà all'umanità dieci giorni prima degli eventi. Il giudizio della Commissione presieduta da Ruini non sarà però ufficiale finché non sarà sottoposto al vaglio della Congregazione per la dottrina della fede e successivamente a quello del Papa, che dal 1981 al 2005 già si occupò della vicenda per conto del suo predecessore, Giovanni Paolo II. Il cardinale Ruini è stato già ricevuto alla fine della settimana scorsa dal Pontefice per discutere dei risultati dell'indagine. Pare che la Chiesa non abbia elementi per ritenere false le apparizioni. Ciò non significa però che le riconoscerà ufficialmente, poiché di norma non è possibile farlo se i fenomeni soprannaturali sono ancora in corso. Si ipotizza dunque che a fine anno la Santa Sede pronuncerà il «non constat de supernaturalitate», non consta la soprannaturalità, formula scelta quando la Chiesa Cattolica non ha elementi per pronunciarsi con certezza sulla soprannaturalità di un evento, ma nemmeno quella per affermare il «consta che non», espressione usata per smentire fenomeni ritenuti sicuramente fasulli.






 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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